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Richiesta di ritiro di querela e provvedimenti disciplinari

contro la libertà di espressione


 

 

La notizia della querela deliberata dalla Giunta del Comune di Milano nei confronti del giornalista Gianni Barbacetto dopo la messa in onda della trasmissione televisiva Farwest di Rai3 delle scorse settimane, non può lasciarci indifferenti come lavoratori del Comune di Milano e come delegati sindacali che tra i primi loro compiti hanno la difesa della Democrazia e della Costituzione.

 

Ad essa è seguita nei giorni scorsi, la possibilità che una collega della Direzione Formazione possa ricevere un provvedimento disciplinare dopo alcune dichiarazioni critiche verso l’Amministrazione, riprese da un quotidiano.

 

Sebbene riconosciamo quanto il messaggio lanciato dal noto giornalista, in particolare per mezzo di una vignetta, con l’attenuante del tono satirico ma con l’aggravante dell’aver fomentato vecchi e mai morti luoghi comuni, sia stato fuori luogo e poco rispettoso dell’operato dei lavoratori dell’ente, non condividiamo l’uso intimidatorio della querela. E’ un atto di censura che male si accompagna alla storia del Comune di Milano, faro di progresso, indipendenza e civiltà per tutto il paese sin dalle prime lotte risorgimentali, dalle Cinque giornate sino ai moti contro il carovita del 1898, alla Resistenza e al Movimento operaio e studentesco. Atto di censura che, ad occhi terzi e maliziosi, potrebbe anche far pensare ad una coda di paglia.

 

Anche il tempismo di tale scelta, quando l’eco delle notizie sulle indagini che riguardano decine di pratiche dello Sportello Unico per l’Edilizia si stava assopendo e durante la difficoltosa elaborazione delle disposizioni governative riguardanti il Condono Edilizio, rischia di rinfocolare polemiche e contrapposizioni nefaste per il clima già pesante che si respira negli uffici.

 

Tale decisione che segue una logica repressiva della libertà di espressione già messa in atto nel nuovo Codice di Comportamento è contraria a principi fondanti la Costituzione sanciti dall’art. 21 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.


Il grande rilievo mediatico offerto al giornalista dalla querela inoltre, non solo amplifica la diffusione dei suoi scritti e delle vignette satiriche che li accompagnano, spesso lesive nei confronti dei nostri uffici, ma acuisce ancor di più la frattura tra parte della popolazione milanese e la credibilità dell’operato professionale dei lavoratori della Direzione Urbanistica. La querela ha avuto, nelle strane logiche della moderna comunicazione social, il risultato di amplificare all’inverosimile le visualizzazioni degli scritti del querelato, aumentare gli interessati ai contenuti dei suoi articoli, rappresentando agli occhi di molti cittadini una sorta di ‘ammissione di colpa’.

 

Chiediamo quindi al fine di ristabilire un dialogo democratico e di rassenerare la situazione quale primo interesse della difesa dei colleghi indagati, il ritiro della querela, la fine del clima intimidatorio che dal governo centrale agli enti locali si sta abbattendo su questo paese e sulla libertà di parola di conseguenza anche dei lavoratori, e la creazione di momenti di confronto e di partecipazione ‘vera’ anche coi giornalisti più critici l’Amministrazione che possano spiegare e rendere trasparente la correttezza dell’operato degli uffici in attesa di una positiva risoluzione di tutte le controversie in atto.

 

RSU USI Comune Milano

Milano, 25 giugno 2024