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CONSIDERAZIONI SUL RINNOVO CONTRATTO RAI

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NOSTRE CONSIDERAZIONI SUL RINNOVO CONTRATTO RAI

Innanzitutto, vogliamo denunciare l’inerzia dei deleganti al rinnovo del contratto sia le parti sociali e non meno quella padronale.

Vogliamo ricordare agli attori che partecipano al rito contrattuale che il ritardo al rinnovo per i dipendenti RAI si traduce in perdita salariale.

Oltre:

1) Il contratto è scaduto da 3 anni;

2) Si rischia di adeguare la parte economica ogni 8 anni o ancora peggio.

3) Scorporare gli aumenti dalla retribuzione base, è un atteggiamento non accettabile da ritenersi un vero sopruso nei nostri confronti.

4) Chi contava su aumenti reali in busta paga è rimasto totalmente deluso. 50 euro lordi in 4 anni riducono in modo preoccupante il potere d'acquisto in un momento di forte inflazione. Gli aumenti salariali sono fermi da molti anni e tutt’oggi con questo contratto non abbiamo una reale inversione di tendenza.

5) Contiamo solo sugli scatti d’anzianità, ma anche questi fermandosi a cinque scatti per vita lavorativa non sono sufficienti a compensare l'esigua consistenza della prima voce salariale.

6) I costi aziendali sono indirizzati ad incrementare i prepensionamenti volontari, mentre vengono penalizzati economicamente i nuovi assunti con contratti miseri che rasentano la povertà.

7) Ricordiamoci che i prepensionamenti non sono coperti dalle nuove assunzioni e ci troviamo sempre di più in una situazione d’emergenza con sempre meno personale. 8) Invitiamo tutti i soggetti trattanti a considerare che gli aumenti salariali siano adeguati alla reale perdita del potere d'acquisto che in questi anni abbiamo subito.

9) Invitammo i trattanti a considerare la qualità delle nostre attività che oggi non sono al centro dell'attenzione come invece dovrebbero essere.

In chiusura del nostro invito, ci auguriamo che le nostre osservazioni abbiamo la giusta considerazione e che il nuovo contratto RAI sia tale da essere da tutti noi considerato POSITIVAMENTE ponendo al centro le reali necessità del lavoro e dei lavoratori.

Milano li, 31/1/22 -

USI RAI dip 902