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PALERMO SCIOPERO 23 maggio 2020
Unione Sindacale Italiana
Segreteria Regione Siciliana
Spett.le Meridi s.r.l. in A.S. Belpasso (CT)
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DICHIARAZIONE DI SCIOPERO 23 maggio 2020
(Comunicato sindacale – artt. 1, 14 e 25 L. 300/1970 e art. 21 Cost)
In data 18.05.2020 è stato formulato e notificato a mezzo PEC uno stato di agitazione che qui si intende interamente trascritto. Considerato che l’Amministrazione Straordinaria è rimasta sorda alle richieste e alle domande avanzate da questa O.S. su mandato dei lavoratori rappresentati, considerato che in data 21.05.2020 è stata effettuata una video-assemblea dei lavoratori su piattaforma digitale nella quale l’Unione Sindacale Italiana ha ricevuto il mandato per dichiarare uno sciopero con astensione dal lavoro e senza sit-in, nei termini più brevi possibili,
I lavoratori e le lavoratrici di Meridi s.r.l., aderenti a USI, non aderenti o aderenti ad altre OO.SS., su dichiarazione e proclamazione di questa O.S., entrano in SCIOPERO per rivendicare:
- Il diritto al salario. Da troppi mesi i lavoratori non percepiscono lo stipendio.
- Il diritto alla sicurezza. I lavoratori lamentano la mancanza dei DPI nei punti vendita, un protocollo sulla sicurezza allegato al DVR, una formazione adeguata per contrastare l’epidemia sui luoghi di lavoro.
- Il diritto al prospetto paga. L’azienda è rimasta indifferente alle reiterate richieste di consegna delle buste paga.
Lo sciopero, con astensione dal lavoro di 8h, viene proclamato in tutti i punti vendita a marchio “Fortè” della Regione Siciliana, per la giornata di sabato 23.05.2020 in concomitanza con la Giornata della Legalità poiché di legalità hanno bisogno i lavoratori della GDO Siciliana.
Palermo
Unione Sindacale Italiana
Segreteria Regione Siciliana
Spett.le Meridi s.r.l. in A.S. Belpasso (CT)
PEC:
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Forté entrano in sciopero
Catania, i lavoratori dei supermercati a marchio Forté entrano in sciopero
I dipendenti rivendicano il diritto al salario, alla sicurezza e al prospetto paga
I dipendenti rivendicano il diritto al salario. Da troppi mesi i lavoratori non percepiscono lo stipendio; il diritto alla sicurezza. I lavoratori lamentano la mancanza dei dispositivi di protezione individuale nei punti vendita, un protocollo sulla sicurezza allegato al Dvr, una formazione adeguata per contrastare l’epidemia sui luoghi di lavoro; il diritto al prospetto paga. L’azienda è rimasta indifferente alle reiterate richieste di consegna delle buste paga.
Modus operandi di Pulvirenti.
Vizzini (segretario USI) a Catanista su Meridi e non solo: “Modus operandi di Pulvirenti è chiaro”
- Intervenuto nelle scorse ore ai nostri microfoni, quelli di Catanista, il segretario regionale dell’Unione Sindacale Italiana, Marzo Vizzini, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
IL SUNTO DELLA SITUAZIONE MERIDI – “Noi nel 2019 avevamo già lanciato i primi allarmi perché avevamo delle avvisaglie che qualcosa non stesse funzionando all’interno di Meridi. Abbiamo trovato una situazione di notevole disagio per i lavoratori, ma non solo: anche un’organizzazione sindacale che faceva acqua da tutte le parti, stipendi non pagati, contributi non versati all’INPS, TFR non accantonato e altro. Insomma, una situazione disastrosa. Avevamo chiesto sin da subito a Pulvirenti di attivare gli ammortizzatori sociali: lui ha fatto con noi degli accordi che chiaramente non ha mantenuto, circa tre accordi di rientro dei crediti dei lavoratori. Siamo arrivati a novembre e lui ci ha chiamati dicendoci che non poteva più rispettare gli accordi perché avrebbe presentato un concordato preventivo. Nel momento in cui presenti un concordato preventivo, tutto ciò che riguarda quel mese, ovvero il mese di novembre, viene congelato e quindi demandato al tribunale. Ci siamo subito accorti che è stata una mossa furbesca. Lui ha continuato a prendere tempo perché due-tre giorni prima dell’udienza ha fatto una riunione fantoccia con tutti i creditori per sondare un po’ il terreno e capire se il concordato fosse fattibile. Da quella riunione a Torre del Grifo la gente è uscita sconfitta, però è da notare una cosa: tanti creditori volevano accordarsi, ma non alle sue condizioni. Lui aveva fatto una proposta irricevibile, chiaramente per far saltare il concordato preventivo. E’ chiaro che se i creditori non approvano il piano non esiste il concordato. Quindi quella volta lui prese solo tempo.”
MODUS OPERANDI – “Se ci sono parallelismi tra le richieste di concordato? Il parallelismo è dato dal fatto che il modus operandi di Pulvirenti è quello di presentare il concordato preventivo, e sfido chiunque a smentirmi visti i dati e le situazioni visto i lavoratori non prendono un quattrino pur continuando a lavorare, per prendere tempo. Questa è l’idea che ci siamo fatti.”
FUTURO DIPENDENTI FORTE’ – “In questo momento per i lavoratori c’è una cassa integrazione attivata, ma non reale perché non sono arrivati i soldi, contrariamente a tutte le pubblicità che vengono fatte sulle TV adesso. I lavoratori sono senza salario, anche quelli che stanno in cassa integrazione a zero ore, cioè sono a casa senza essere retribuiti. Stiamo aspettando la fornitura che avverrà nei prossimi giorni da parte di Todis in virtù dell’accordo che hanno chiuso con i commissari giudiziali e speriamo in una ripartenza. Siamo fiduciosi, però siamo adesso in balìa degli eventi. Non appena passerà questa situazione precaria dovuta al Covid-19 ritorneremo sul campo ed eventualmente a protestare in piazza.”
Da "CATANISTA"
Sciopero con presidio alle industrie Caffaro
UDINE.
Sciopero con presidio alle industrie Caffaro
TORVISCOSA. Sciopero di otto ore a turno, con presidio esterno, alla Caffaro Industries di Torviscosa, come deciso dall'assemblea dei lavoratori il 13 gennaio, in quanto l'azienda - secondo i sindacati - avrebbe disatteso gli accordi presi con le organizzazioni sindacali dell'Unione sindacale italiana (Usi), e dalle Rsa di fabbrica.
Lo sciopero, che ha avuto inizio dal turno delle 6 e finirà alle 6 di venerdì, ha tra le motivazioni la mancanza di personale e la poca considerazione dell'azienda nei confronti dei lavoratori. La Caffaro Industries occupa 138 addetti, la maggior parte iscritta all'Usi.
Palermo e Catania. Braccio di ferro Sindacato Azienda.
Continua il braccio di ferro dei lavoratori del gruppo Fortè.
L´USI chiede chiarezza e rispetto degli impegni presi con i lavoratori
- L'organizzazione sindacale U.S.I. dopo un primo sciopero organizzato a fine agosto e dopo aver sottoscritto con l'azienda un accordo sindacale per sanare i contrasti nati da una pluiriennale senso d'abbandono, denunciato dai lavoratori, da una parte della dirigenza verso la struttura aziendale, non avendo ottenuto le garazie ed il rispetto di quanto concordato nell'accordo sottoscritto il 31 agosto 2019, hanno indetto un nuovo sciopero regionale di te giornia partire da oggi venerdì 18 a a domenica 20 con due presidi dei lavoratori nelle città di Palermo e Catania.
In questi mesi oltre al mancato rispetto del verbale sindacale sottoscritto, l´azienda ha solo dato rassicurazioni verbali generiche ed assolutamente aleatorie sul futuro della rete dei supermercati a marchio Fortè.
Questa mancanza di chiarezza unita a uno “strano” ed inopportuno acuirsi di note di contestazione rivolte ai lavoratori iscritti al sindacato con, spesso, conseguenziale trasferimento presso altri punti vendita di altre città ci fa fortemente dubitare della reale volontà dell´azienda di lavorare per un futuro certo e tranquillo dei lavoratori, salvaguardando i livelli occupazionali.
L´USI chiede di conoscere le reali intenzioni dell´azienda verso la rete Fortè e chiede di conoscere, se esiste, il piano aziendale con la particolare attenzione sui livelli occupazionali.
Ci rendiamo conto che la rete Fortè così per come è oggi organizzata, con solo supermercati di “prossimità”, non è competitiva nel settore, quindi risulta oltremodo essenziale conoscere la futura strategia aziendale.
Ad onor del vero in una delle riunioni avute con la dirigenza si era fatto cenno all´apertura di un grande supermercato nella città di Partinico, ma di questo progetto non se ne sa assolutamente nulla, continuando a lasciare nel panico i dipendenti che percepiscono una sgradevole sensazione di “resa aziendale”.
Il Sinalp e l´USI sono pronti ad intavolare nuove trattative con la proprietà solo se ci si potrà confrontare su progetti e strategie certe affinchè la rete Fortè torni a nuova vita, nell´interesse dell´azienda e dei lavoratori.
In mancanza di un qualsiasi segnale di confronto e buona volontà da parte della proprietà, i lavoratori continueranno la loro battaglia interessando anche gli organismi politici ed istituzionali nel caso fosse necessario.
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