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RINNOVO CCNL RAI

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RINNOVO CCNL RAI: FERMARE I CLIENTELISMI E RIDARE DIGNITA'

A TUTTI I LAVORATORI


Sembra assurdo che sia una sigla fuori dalle trattative a doverlo dire, ma ci preme ricordare a tutti che il CCNL Rai è scaduto da più di un anno e che le attuali proposte economiche aziendali sono totalmente indecenti e inaccettabili.

I rinnovi contrattuali firmati negli ultimi 30 anni dalle OO.SS. che si sono finora occupate delle trattative hanno ridotto di almeno 1/3 il potere di acquisto dei lavoratori e non hanno permesso di restare al passo con l'inflazione programmata; non osiamo nemmeno parlare di inflazione reale, perché in questo caso l'impoverimento subito dalle retribuzioni medie dei lavoratori Rai ha raggiunto indici a due cifre ed ha accollato sulle famiglie un peso incalcolabile che ha condizionato pesantemente il loro stile di vita, ripercuotendosi persino sulla capacità di fruire di beni e servizi essenziali. A questo proposito, ricordiamo che l'introduzione di bonus e ticket in forma di un cosiddetto “welfare” (benessere assistenziale), non è assolutamente da considerarsi una conquista sociale, né sindacale, ma al contrario è la dimostrazione di una disfatta economica e di come coloro che hanno un lavoro salariato si ritrovino nelle preoccupanti condizioni di dover beneficiare di misure di sostegno materiale, sotto forma di beni e servizi che finiscono per ledere ed umiliare la loro dignità di lavoratori sottopagati.

Non è un caso se sempre più spesso i giovani apprendisti e le nuove leve della produzione rinunciano a intraprendere una carriera all'interno dell'azienda o peggio ancora rassegnino le dimissioni dopo pochi mesi dall'impiego, poiché con le attuali retribuzioni offerte dalla Rai non sono in grado di sostenersi autonomamente e condurre uno stile di vita soddisfacente che richiede già molti sacrifici in termini di flessibilità, lavoro festivo e orari imprevedibili che subiscono prolungamenti e anticipi ripetuti, a causa di un tipologia di lavoro particolare, ma soprattutto sono la conseguenza di carenze di personale ormai croniche.

Il nostro dovere di sigla sindacale svincolata da ogni forma di potere politico e clientelare è anche quello di aprire gli occhi a tutti quei lavoratori che pretendono di avere forme di trattamenti preferenziali che di fatto danneggiano altre categorie di lavoratori. Noi ci battiamo per una crescita economica che porti un effettivo beneficio a tutti e che svincoli il lavoratore dalla logica clientelare di cui finora si sono fatte portavoce le sigle che pretendono tessere in cambio di categorie, bonus o altri stratagemmi illusori ed ingannevoli per quella forza lavoro che ormai è quasi del tutto piegata al volere di chi gli impone regole e retribuzioni immodificabili che in nessun modo si sono rivelate vantaggiose per chi ad esse deve sottostare.

Proponiamo di smettere di illudere le persone con falsi benefici che danno a pochi e tolgono a molti, ma di considerare un realistico e dignitoso aumento in prima voce per tutti, come è giusto che sia in una società civile che voglia definirsi tale.

Un'altra proposta che permetterebbe di tenere sotto controllo l'effettivo aumento di stipendio è quella di non parlare più di parametrazione degli aumenti al quarto, o peggio al secondo livello, ma di utilizzare degli schemi molto chiari e precisi che indichino l'effettivo ammontare della prima voce in tutti i 9 livelli previsti dal CCNL, anche per dare la possibilità ai lavoratori di confrontare negli anni quanto le loro prime voci siano effettivamente aumentate e in quale percentuale. Ogni proposta diversa dal voler incrementare lo stipendio in prima voce per tutti è solo pura demagogia, inganno, frode, oltre che il tentativo di far passare come istituzionale una mentalità clientelare di impronta mafiosa.

I lavoratori devono assolutamente rifiutare di farsi coinvolgere in una logica che propone soluzioni di comodo solo per coloro che gestisco un “sistema” malato e corrotto o si precluderanno essi stessi ogni possibilità di ottenere vere conquiste economiche e di conservare un minimo di dignità personale. Prepariamoci a dichiarare lo stato di agitazione e a sostenere le lotte per migliorare le nostre condizioni economiche e a permettere ai più giovani di costruirsi un futuro dignitoso in azienda.

USI Dip 902 24.06.2024