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Comunicati Udine

Usi Udine: Dalla Caffaro

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Usi Udine: ai lavoratori Caffaro

(12 Dicembre 2018)

comunicatousi

Dopo varie richieste d'incontro con la Direzione Aziendale e vari tentativi di contatto tramite i nostri studi legali, questo storico Sindacato ritiene sia il caso di fare un po' di chiarezza in merito: Abbiamo sempre sostenuto che il nostro mandato è quello di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei Lavoratori e sicuramente non quello di portare un conflitto tra Organizzazioni Sindacali, una guerra che pagherebbero solo i Lavoratori...la nostra linea di comportamento continuerà quindi ad essere quella di ascoltare e proporre soluzioni nell'ottenimento della sicurezza, della dignità e del diritto di ogni singolo Lavoratore si rivolga alla nostra O.S. Ciò nonostante, non possiamo tacere sul fatto che un Direttore Aziendale che ergendosi a dittatore assoluto della situazione impone nuove regole, nuove leggi e censure nonostante le leggi vigenti e la storia stessa, garantiscano alla nostra O.S. AGIBILITÀ SINDACALE, DIRITTO D'INTERVENTO E (RICORDATEVENE TUTTI) DIRITTO Dl PROCLAMAZIONE Dl SCIOPERO.

Capiamo bene che sia l'Azienda, Confindustria e gli stessi Sindacati Confederali, siano preoccupati per l'incremento dei nostri tesserati U.S.I. ea tutti risponderemo che hanno perfettamente ragione ad esserlo, I'U.S.I. non si vende e non si compera, porta avanti le istanze dei Lavoratori in tutte le misure necessarie, nonostante i vari attacchi e patti scellerati che ricordiamo sono tra privati (o.s. e Confindustria) La legge 300-70 e la Costituzione garantisce la nostra esistenza e i motivi delle revoche dei Lavoratori con i Sindacati concertativi vanno cercate in ciò che non viene fatto più che nel nostro operato, Abbiamo già dato mandato ai nostri Studi Legali di procedere contro la Direzione Aziendale per "comportamento antisindacale" per le sue minacce ai nostri iscritti e per aver tolto dalla bacheca sindacale i nostri comunicati. Comunichiamo sin da ora che diffidiamo dal siglare accordi che riguardino nostri iscritti, saranno le competenze della Magistratura a rispondere sul "tempo tuta" e su tutto il resto, la legge "fai da te" con noi non funziona. Dalla Costituzione: Art. 39 della Costituzione: la libertà sindacale Tale articolo rappresenta il punto chiave della disciplina del diritto sindacale, è la norma centrale per quanto attiene il fenomeno associativo.

Tale disposizione, peraltro, è nata dalla convergenza di due diversi orientamenti politico-culturali. Da un lato, il cattolicesimo democratico, attento ai problemi sociali e favorevole allo sviluppo di un movimento sindacale cooperativo; dall'altro lato il movimento operaio di ispirazione socialista e comunista, sostenitore di un sindacato conflittuale classista. L'art. 39 della Costituzione, al comma 1, sancisce un principio fondamentale: la libertà, e quindi la pluralità, sindacale come fondamento delle relazioni industriali. Tale disposizione è immediatamente precettiva, vale a dire che opera nei rapporti inter soggettivi tra privati, senza che si renda necessaria una legge ordinaria di attuazione.

Rispetto alla libertà di associazione (art. 18 Costituzione), la libertà di cui all'art. 39 della Carta Costituzionale assume una sua specificità, non tanto nel senso che l'organizzazione sindacale costituisca un'articolazione o un'integrazione della libertà di associazione, ma piuttosto nel senso che il "fine sindacale" è tipizzato come lecito, e che pertanto la libertà sindacale è, sotto questo aspetto, assoluta. È libertà di "organizzazione", e non di mera "associazione "sindacale: il termine "organizzazione" identifica una nozione di aggregazione sindacale più ampia. Nella storia sindacale italiana della Repubblica, vi sono, infatti, organismi di rappresentanza dei lavoratori che hanno certamente natura sindacale, ma non struttura associativa (si pensi, ad esempio, all'esperienza fondamentale dei Consigli di Fabbrica o Consigli dei Delegati).

Secondo l'opinione largamente diffusa, oggetto della garanzia costituzionale è l'attività finalizzata all'organizzazione sindacale, essendo non solo libertà da eventuali interferenze, ma soprattutto libertà di agire. La libertà sindacale è un diritto individuale (chiunque ha diritto a coalizzarsi con altri per tutelare i propri interessi e partecipare all'attività dell'organizzazione alla quale aderisce), la cui modalità di esercizio è essenzialmente di tipo collettivo (l'organizzazione sindacale deve essere posta nella condizione di svolgere l'attività di autotutela dei lavoratori di cui intende assicurare la rappresentanza).

Renato Grego Segretaria Generale Nazionale Unione Sindacale Italiana
Gabriele Rigo Segreteria Regionale Unione Sindacale Italiana

 

PALERMO SCIOPERO 23 maggio 2020

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Unione Sindacale Italiana

Segreteria Regione Siciliana

Spett.le Meridi s.r.l. in A.S. Belpasso (CT)

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DICHIARAZIONE DI SCIOPERO 23 maggio 2020

(Comunicato sindacale – artt. 1, 14 e 25 L. 300/1970 e art. 21 Cost)

In data 18.05.2020 è stato formulato e notificato a mezzo PEC uno stato di agitazione che qui si intende interamente trascritto. Considerato che l’Amministrazione Straordinaria è rimasta sorda alle richieste e alle domande avanzate da questa O.S. su mandato dei lavoratori rappresentati, considerato che in data 21.05.2020 è stata effettuata una video-assemblea dei lavoratori su piattaforma digitale nella quale l’Unione Sindacale Italiana ha ricevuto il mandato per dichiarare uno sciopero con astensione dal lavoro e senza sit-in, nei termini più brevi possibili,

I lavoratori e le lavoratrici di Meridi s.r.l., aderenti a USI, non aderenti o aderenti ad altre OO.SS., su dichiarazione e proclamazione di questa O.S., entrano in SCIOPERO per rivendicare:

- Il diritto al salario. Da troppi mesi i lavoratori non percepiscono lo stipendio.

- Il diritto alla sicurezza. I lavoratori lamentano la mancanza dei DPI nei punti vendita, un protocollo sulla sicurezza allegato al DVR, una formazione adeguata per contrastare l’epidemia sui luoghi di lavoro.

- Il diritto al prospetto paga. L’azienda è rimasta indifferente alle reiterate richieste di consegna delle buste paga.

Lo sciopero, con astensione dal lavoro di 8h, viene proclamato in tutti i punti vendita a marchio “Fortè” della Regione Siciliana, per la giornata di sabato 23.05.2020 in concomitanza con la Giornata della Legalità poiché di legalità hanno bisogno i lavoratori della GDO Siciliana.

Palermo

Unione Sindacale Italiana

Segreteria Regione Siciliana

Spett.le Meridi s.r.l. in A.S. Belpasso (CT)

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Forté entrano in sciopero

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Catania, i lavoratori dei supermercati a marchio Forté entrano in sciopero

I dipendenti rivendicano il diritto al salario, alla sicurezza e al prospetto paga

Oggi in occasione della giornata della legalità, i lavoratori dei supermercati a marchio Forté di proprietà della Meridi srl incroceranno le braccia per 8 ore. Dopo Pulvirenti, “continuano a sopportare il pesante fardello con i commissari nominati dal Tribunale di Catania – si legge in una nota del segretario intercategoriale Marco Vizzini dell’Unione sindacale italiana – continuano a non ricevere lo stipendio. Ad aggravare la situazione i ritardi dell’Inps nell’erogazione della cassa integrazione. Le famiglie di questi lavoratori sono ridotti alla fame. Ricordiamo che la vertenza Meridi dura da quasi un anno e i lavoratori vantano un credito di svariati migliaia di euro”.

I dipendenti rivendicano il diritto al salario. Da troppi mesi i lavoratori non percepiscono lo stipendio; il diritto alla sicurezza. I lavoratori lamentano la mancanza dei dispositivi di protezione individuale nei punti vendita, un protocollo sulla sicurezza allegato al Dvr, una formazione adeguata per contrastare l’epidemia sui luoghi di lavoro; il diritto al prospetto paga. L’azienda è rimasta indifferente alle reiterate richieste di consegna delle buste paga.

   

Modus operandi di Pulvirenti.

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Vizzini (segretario USI) a Catanista su Meridi e non solo: “Modus operandi di Pulvirenti è chiaro”

Pubblicato: 19:30 - 9 Aprile, 2020
  • Intervenuto nelle scorse ore ai nostri microfoni, quelli di Catanista, il segretario regionale dell’Unione Sindacale Italiana, Marzo Vizzini, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

IL SUNTO DELLA SITUAZIONE MERIDI – “Noi nel 2019 avevamo già lanciato i primi allarmi perché avevamo delle avvisaglie che qualcosa non stesse funzionando all’interno di Meridi. Abbiamo trovato una situazione di notevole disagio per i lavoratori, ma non solo: anche un’organizzazione sindacale che faceva acqua da tutte le parti, stipendi non pagati, contributi non versati all’INPS, TFR non accantonato e altro. Insomma, una situazione disastrosa. Avevamo chiesto sin da subito a Pulvirenti di attivare gli ammortizzatori sociali: lui ha fatto con noi degli accordi che chiaramente non ha mantenuto, circa tre accordi di rientro dei crediti dei lavoratori. Siamo arrivati a novembre e lui ci ha chiamati dicendoci che non poteva più rispettare gli accordi perché avrebbe presentato un concordato preventivo. Nel momento in cui presenti un concordato preventivo, tutto ciò che riguarda quel mese, ovvero il mese di novembre, viene congelato e quindi demandato al tribunale. Ci siamo subito accorti che è stata una mossa furbesca. Lui ha continuato a prendere tempo perché due-tre giorni prima dell’udienza ha fatto una riunione fantoccia con tutti i creditori per sondare un po’ il terreno e capire se il concordato fosse fattibile. Da quella riunione a Torre del Grifo la gente è uscita sconfitta, però è da notare una cosa: tanti creditori volevano accordarsi, ma non alle sue condizioni. Lui aveva fatto una proposta irricevibile, chiaramente per far saltare il concordato preventivo. E’ chiaro che se i creditori non approvano il piano non esiste il concordato. Quindi quella volta lui prese solo tempo.”

MODUS OPERANDI – “Se ci sono parallelismi tra le richieste di concordato? Il parallelismo è dato dal fatto che il modus operandi di Pulvirenti è quello di presentare il concordato preventivo, e sfido chiunque a smentirmi visti i dati e le situazioni visto i lavoratori non prendono un quattrino pur continuando a lavorare, per prendere tempo. Questa è l’idea che ci siamo fatti.”

FUTURO DIPENDENTI FORTE’ – “In questo momento per i lavoratori c’è una cassa integrazione attivata, ma non reale perché non sono arrivati i soldi, contrariamente a tutte le pubblicità che vengono fatte sulle TV adesso. I lavoratori sono senza salario, anche quelli che stanno in cassa integrazione a zero ore, cioè sono a casa senza essere retribuiti. Stiamo aspettando la fornitura che avverrà nei prossimi giorni da parte di Todis in virtù dell’accordo che hanno chiuso con i commissari giudiziali e speriamo in una ripartenza. Siamo fiduciosi, però siamo adesso in balìa degli eventi. Non appena passerà questa situazione precaria dovuta al Covid-19 ritorneremo sul campo ed eventualmente a protestare in piazza.”

Da "CATANISTA"

 

Sciopero con presidio alle industrie Caffaro

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UDINE.

Sciopero con presidio alle industrie Caffaro

 

TORVISCOSA. Sciopero di otto ore a turno, con presidio esterno, alla Caffaro Industries di Torviscosa, come deciso dall'assemblea dei lavoratori il 13 gennaio, in quanto l'azienda - secondo i sindacati - avrebbe disatteso gli accordi presi con le organizzazioni sindacali dell'Unione sindacale italiana (Usi), e dalle Rsa di fabbrica.

Lo sciopero, che ha avuto inizio dal turno delle 6 e finirà alle 6 di venerdì, ha tra le motivazioni la mancanza di personale e la poca considerazione dell'azienda nei confronti dei lavoratori. La Caffaro Industries occupa 138 addetti, la maggior parte iscritta all'Usi.

   

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