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Arrestato mentre riceve una 'mazzetta'

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Arrestato mentre riceve una 'mazzetta'

Giovanni Bossini sindacalista fit cisl arrestato aTrento.

Trento, 26 novembre 2011 - A finire in carcere è stato Giovanni Bossini, 46 anni, membro della direzione della categoria trasporti ed ex segretario responsabile della Fit Cisl del Trentino, attualmente membro della segreteria. I militari l'hanno bloccato mentre riceveva una mazzetta da 1.500 dal capo del personale di un'azienda del posto, che aveva denunciato le richieste di denaro.

La trappola. Il suo arresto è stato effettuato dai carabinieri in flagranza di reato. Subito dopo aver raccolto la denuncia, i militari del Nucleo investigativo di Trento hanno suggerito al titolare della ditta di incontrare il sindacalista per consegnargli 1.500 euro da lui richiesti. Avvenuta la consegna, i carabinieri hanno bloccato Bossini trovandogli addosso le banconote, che in precedenza erano state fotocopiate. L'ammissione. In un primo tempo l’uomo avrebbe detto che la somma era destinata a operai in cassa integrazione, poi avrebbe ammesso che i soldi erano per sè. Bossini è stato sospeso, in attesa che la magistratura chiarisca la sua posizione. Grave per il sindacato. Il fatto è comunque estremamente grave perché addebitato ad un sindacalista professionista di una delle organizzazini che 'pesano' di più nel mondo del lavoro, nelle scelte politiche e nella vita concreta di milioni di lavoratori. Nel riconoscere comunque il principio dell'innocenza fino alla condanna definitiva, ci auguriamo che la giustizia possa fare velocemente il suo corso. Il segretario locale della Cisl, Lorenzo Pomini, intanto non riesce a capacitarsi. La caccia delle tessere. «Si è sempre impegnato moltissimo - dice - e in un settore difficile, in cui in pochi anni aveva portato gli iscritti da 50 a 600. Non oso immaginare - prosegue preoccupato - che faccia potranno fare ora i rappresentanti delle aziende e dei lavoratori quando andremo a presentarci, soprattutto quelli che avevano a che fare con lui. Eppure anche alcuni lavoratori che lo conoscono ieri hanno chiamato subito, dicendosi stupiti». La vittima, che ha denunciato le richieste di 'pizzò da parte del sindacalista, è un imprenditore di 40 anni ed ai giornali ha dichiarato: «una soluzione dovevo trovarla: o andava in galera lui o io, non ne potevo più, così ho deciso di andare dai carabinieri a chiedere cosa fare. Parliamoci chiaro se si fosse accontentato dei primi 500 euro, non avrei fatto nulla, ma se uno insiste, una soluzione bisogna trovarla. Mi tempestava di sms e mi chiamava anche alle 8 del mattino. Paura non ne ho mai avuta, nè intendo averne». spiega così che è stata l'insistenza di Bossini a convincerlo a rivolgersi ai carabinieri. «Bossini - prosegue la vittima - mi aveva detto 'qua funziona così, se non paghi, avrai vertenze e proteste dai lavoratorì. Le tariffe. E aveva calcolato la cifra dividendo per due il numero di dipendenti, moltiplicato per dieci. Coi primi 500 euro che mi aveva chiesto però speravo di zittirlo, invece no. Una faccenda strana qui in Trentino, dove lavoro bene da sei anni e ho preso casa. Problemi del genere non ne ho mai avuti. Ma se altri hanno subito le stesse cose, denuncino. Fa rabbia che a comportarsi così sia proprio chi, per ruolo, dovrebbe aiutare gli altri».

25/11/2011 11:54

 

TRENTO - Un sindacalista di Trento è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di avere estorto denaro al responsabile della gestione del personale di una società cooperativa di trasporto per conto terzi, di origine calabrese. Il sindacalista, di 46 anni, secondo l'accusa, nel luglio scorso avrebbe avvicinato il capo del personale e, con la scusa di garantire la tutela dei lavoratori, gli avrebbe proposto di versare 400 euro al mese "per stare tranquillo, evitando vertenze del personale". La vittima della presunta estorsione ha preso tempo e non ha versato nulla. Così il sindacalista nei giorni scorsi sarebbe tornato alla carica proponendo una prima tranche di 500 euro e poi versamenti dilazionati per un totale di 2.000 euro. A questo punto il responsabile del personale è andato dai carabinieri a denunciare il fatto. A seguito delle indagini è scattato l'arresto per estorsione. Gli inquirenti non escludono che il sindacalista sia coinvolto in altri episodi di questo tipo.

TRENTO - L'arrestato è Giovanni Bossini, ex segretario responsabile della Fit Cisl del Trentino, attualmente membro della segreteria, operaio in una ditta di trasporti. Il suo arresto è stato effettuato dai carabinieri in flagranza di reato. Subito dopo aver raccolto la denuncia, i militari del Nucleo investigativo di Trento hanno suggerito al titolare della ditta di incontrare il sindacalista per consegnargli 1.500 euro da lui richiesti. Avvenuta la consegna, i carabinieri hanno bloccato Bossini trovandogli addosso le banconote, che in precedenza erano state fotocopiate. In un primo tempo l'uomo avrebbe detto che la somma era destinata a operai in cassa integrazione, poi avrebbe ammesso che i soldi erano per sè. Bossini, secondo i carabinieri, nei contatti avuti con la vittima della presunta estorsione ha agito con molta disinvoltura, prefigurando la richiesta di un vero e proprio pizzo.

TRENTO - "Se vuoi campare tranquillo mettiamoci d'accordo". Così il sindacalista della Fit Cisl del Trentino, arrestato dai carabinieri con l'accusa di estorsione, avrebbe cercato di convincere il capo del personale della ditta di trasporti di Trento, originario di Reggio Calabria, di versargli 400 euro al mese, "per risolvere ogni eventuale vertenza futura con gli operai". L'ammontare della somma sarebbe stata calcolata in base al numero degli addetti dell'azienda, circa 90. Non vedendo arrivare i soldi richiesti - hanno reso noto i carabinieri - il sindacalista avrebbe poi inviato alla vittima numerosi sms e poi, dopo aver ricevuto un anticipo di 500 euro, avrebbe sollecitato il resto della somma, 1.500 euro, con il pretesto di "tenere buone altre persone". Al momento comunque - precisano i carabinieri - nella vicenda non risultano coinvolti altri componenti del sindacato di categoria. Indagini però proseguono per accertare se il sindacalista abbia messo in atto altre estorsioni. Perquisito dopo l'arresto, l'uomo aveva addosso, oltre alla somma consegnatagli dal capo del personale, altri 700 euro. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, il sindacalista aveva contattato l'estate scorsa lo stesso dirigente della ditta, che ha la sede a Gardolo di Trento, all'indomani dell'acquisizione di un grosso appalto.