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Dal Centro Studi Salvamento USI Rimini

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CENTRO STUDI SALVAMENTO – UNIONE SINDACALE ITALIANA MARINAI DI SALVATAGGIO

Relazione sulla mancanza di servizio di salvamento nel settembre 2011 e proposte di cambiamento dell'ordinanza regionale.

Rimini 10 02 2012

Questo documento vuole contribuire alla soluzione di un problema: Nel Settembre 2011 a stagione “balneare ufficiale” chiusa, ma con migliaia di persone in acqua, molte città della costa non sono riuscite a intervenire in alcun modo a salvaguardia della vita in mare.

Si è ritenuto necessario sostenere un cambiamento della ordinanza regionale che introduca la possibilità di flessibilità della lunghezza della stagione quando “di fatto” è ancora attiva. E’ altresì necessario che ci siano referenti precisi di questa valutazione. A Tale fine sarà richiesto che sia introdotto il seguente cambiamento di ordinanza regionale:

1) “E’ competenza di ordinanza comunale integrativa la flessibilità di apertura o chiusura della stagione balneare, con obbligo di attivazione del servizio di salvamento, oltre o prima delle date di ordinanza regionale. L’ordinanza integrativa viene emanata dal responsabile dell’ufficio demaniale sentiti i referenti del soccorso e pronto soccorso e rianimazione in area di balneazione (Servizio 118, Guardia Costiera, Marinai di Salvataggio).

2) “Le postazioni dei marinai di salvataggio devono avere per dotazione il defibrillatore e personale abilitato all’uso”

 

17 Settembre 2011

 

Non è ammissibile che un emergenza come quella successa si ripeti senza nessun tipo di intervento. Giustamente gli addetti al salvamento hanno sollevato un legittimo paragone: “ Vi immaginate se in montagna sia pure con le piste innevate e affollate i servizi di soccorso venissero interrotti perché la stagione nel calendario è finita?”

Le categorie dei concessionari dicono di non avere risorse per garantire il servizio di salvamento sia pure con le attività aperte? La stagione balneare si è fortunatamente protratta con positiva ricaduta economica per tutta la città? Allora è necessario intervenire, ogni parte sociale faccia quello che può e che questo non sia l’indifferenza letale.

Nel Settembre 2011 nessuno è intervenuto se non alcuni marinai di salvataggio che sapendo cosa stava accadendo dopo avere denunciato pubblicamente il pericolo sono intervenuti come potevano anche presidiando gratuitamente in nome della sicurezza in mare, in tre fine settimana alcune zone affollate.

Qui di seguito verranno riportati alcuni documenti significativi dell’accaduto, fino ad arrivare al Febbraio 2012 in cui l’assessore regionale Melucci ha affermato in una intervista che: “La competenza degli uffici demaniali comunali a emanare ordinanza integrative già c’era.”

Non è cosa di poco conto quanto è stato detto. Viene da chiedersi perché non è stato detto nella contingenza di Settembre, o quali altri problemi siano la causa della tragica mancanza di prevenzione e soccorso. Poteva esserci il servizio di salvamento per ordinanza comunale anche a Settembre 2011 (o da quanti anni)? E’ una cosa che ci raccontiamo ora e per ognuno ha un significato diverso in particolare per gli operatori inascoltati, i sopravissuti e i conoscenti di deceduti.

Allegato 1) Lettera alle autorità competenti

Allegato 2) Resoconto di tre settimane di mancanza di servizio di salvamento e della vigilanza di protesta degli addetti

Allegato 3)Rassegna stampa

Allegato 1 (Segnalazione di pericolo e emergenza inviata all’indomani della chiusura stagionale alle autorita competenti):

 

Rimini 12 Settembre 2011

Spett.Capitaneria di Porto Rimini
Ufficio Demanio di Rimini
Sindaco di Riccione
Sindaco di Cattolica
Sindaco di Bellaria

OGGETTO:  Segnalazione di pericolo per mancanza di servizio di salvamento.

La stagione balneare si concludeva nel compartimento marittimo di  Rimini Domenica 11. Le condizioni meteorologiche favorevoli per tutta questa settimana e probabilmente anche per la prossima permettono di prevedere  una forte presenza  turistica e il  proseguimento della balneazione in maniera consistente, ma le spiagge saranno sprovviste di servizio di salvamento.

In base alla casistica in nostro possesso siamo  di fronte a una situazione di grave pericolo e incongruenza nella gestione territoriale complessiva della salvaguardia della vita in mare. 
Chiediamo che vengano adottate misure risolutive a proposito,  sia per l’emergenza contingente attuale, sia per una soluzione operativa attraverso le ordinanze future.

Per il Centro Studi sul Salvamento – Unione Sindacale Italiana marinai di salvataggio

Dr. Lucchi Stefano .

Nessuno risponderà allo scrivente Centro Studi Salvamento se non la responsabile del Demanio di Rimini, dottoressa Catia Caprili che si prodigherà inutilmente nel chiedere alle cooperative di prolungare la stagione di copertura del servizio. Solo alcuni marinai di salvataggio autoorganizzati nell’Usi hanno risposto positivamente e hanno vigilato volontariamente nelle spiagge libere più affollate del comune di Rimini, fortunatamente (c’è stata anche una emergenza risolta) . Nella risposta del demanio comunale si spiegherà che l’ordinanza è di competenza regionale.

Giovedi 15 Settembre in consiglio comunale ci sarà una interrogazione in consiglio comunale di Galvani che solleverà la questione. Per il comune l’assessore al demanio Biagini risponderà che trattasi di competenza regionale. Non si risponderà ne si ipotizzerà una qualche soluzione allo stato di emergenza contingente segnalato dagli addetti al lavoro di salvaguardia della vita in mare.

Esce cosi un nuovo comunicato alle autorità e alla stampa

E’ ancora estate le città della costa sono piene di turisti…………….

Ma le categorie dei bagnini sono sorde all'evidenza e i comuni non sono  “riusciti a convincere””  a prolungare la stagione balneare di una settimana. Risultato in pericolo  la salvaguardia della vita in mare. Una figura brillante per una città disseminata di enti di promozione turistica che è sorda ai segnali di allarme degli addetti al primo pronto soccorso e rianimazione al mare ma molto timorosa di “pretendere troppo” o di avviare per quanto possibile piani di emergenza e vigilanza in mare alternativi

Servizio di salvamento sospeso da Bellaria a Cattolica nonostante forse più di centomila persone siano entrate in acqua solo nelle giornata di sabato.

In questa situazione catastrofica alcuni  marinai di salvataggio “in congedo per fine stagione” hanno fatto presenza nelle spiagge sia per vigilare (per quanto impossibile) sia per recuperare dati di analisi e studio dato che su questo argomento (la sicurezza) si dice tutto e il contrario di tutto in base agli interessi e non ci sono dati obbiettivi .

Alcuni marinai di salvataggio stanno monitorizzando così quanto sta accadendo per delineare una fotografia il più esatta possibile di questo “disservizio pubblico” e messa in pericolo della salvaguardia della vita in mare.

Intanto alcuni dati:  La zona da noi presa in esame è quella che va dalla spiaggia libera del porto di Rimini fino allo sbocco dell’Ausa al bagno 28. Ieri solo in questo tratto alle 16 c’erano circa 1200 persone di cui 130 erano davanti alla spiaggia libera del porto. Si presume che siano state circa diecimila le persone a entrare in acqua in questa zona la giornata di sabato. Seguirà un rapporto  con la speranza che possa essere di qualche utilità, si invita pertanto chi vuole e ha dati e informazioni a comunicarli.

Dai giornali apprendiamo che a Rivazzurra è stata ritrovata da un passante una persona morta vicino a riva che alcuni giornali si sono affrettati a  definire “morta per malore”, come se la classificazione “il malore” fosse un qualcosa che esume  dalla necessità di un pronto intervento. In realtà si può anche affogare in seguito a “un malore” e in realtà come avvenuto questa estate i defibbrilatori dal bagno 1 al 28 sono stati usati risultando decisivi nella rianimazione di due persone. Situazioni, interventi e successi che sono resi possibili dal servizio quando c’è e grazie alla costanza della promozione della sicurezza dei marinai di salvataggio e dei responsabili 118 (e della associazione del Dottor Destro ).

Centro Studi Salvamento. Unione Sindacale Italiana - marinai di salvataggio Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Alla fine del mese di Settembre verrà redatto un resoconto finale della casistica degli incidenti e interventi emersi. Per avere un quadro più capillare dell’accaduto è stato richiesto accesso alla casistica degli interventi che il 118 ha compiuto in area di arenile demaniale, ma senza esito. Sono stati raccolti anche racconti e testimonianze di bagnanti che si sono trovati in difficoltà e che hanno ricevuto soccorso da altri bagnanti. In particolare il primo fine settimana del 12 Settembre con forte vento da terra ci sono stati diverse situazioni di emergenza fortunatamente rientrate da sole.

CONSIDERAZIONI E RESOCONTO DI TRE SETTIMANE DI INTERRUZIONE DEL SERVIZIO DI SALVAMENTO CON FORTE BALNEAZIONE.

Questo anno la stagione balneare, come tante altre volte si è “protratta” di fatto oltre la data del 11 Settembre in cui è stato interrotto il servizio di salvamento per ordinanza, ma anche per incapacità della “città nel suo insieme” di fare fronte a questa emergenza. Per “città nel suo insieme” è da intendersi le categorie come i bagnini e le autorità competenti in materia. Gli unici che si sono interessati a questa emergenza sono stati i lavoratori impegnati nel settore e le tante persone competenti in materia, che hanno scritto a giornali, fatto interrogazioni in consiglio comunale e anche intervenuti a livello di volontariato civile nella vigilanza della balneazione riuscendo anche a intervenire positivamente in un caso di possibile affogamento.

Questo significa che deve essere inteso d’ora in poi “vincolante” il parere delle associazioni di categoria dei marinai di salvataggio e degli operatori del “pronto soccorso e rianimazione” nella programmazione della salvaguardia della vita in mare. C’è stata una totale incapacità a intervenire e a risolvere, trincerandosi in balzelli di competenze, e responsabilità che si è protratta per ben 3 settimane. Nel frattempo sono morte due persone e sono state numerose le situazioni di pericolo che si sono verificate. Cercheremo in tutti i modi di promuovere una flessibilità delle date di chiusura fissate nella ordinanza. E’ una questione oltreché sindacale e di difesa delle professionalità anche civile che riguarda tutti. Non si può fare finta che il problema non esista.

Avevamo segnalato questo pericolo per la salvaguardia della vita in mare già prima della fine della stagione. Abbiamo scritto a giornali, autorità  competenti e istituzioni. Nei fine settimana la balneazione è stata alta e abbiamo stimato in 90000 le persone che sono entrate in acqua solo la domenica del 18 Settembre. Abbiamo vigilato nella spiaggia libera del porto di Rimini e Domenica 18 c’è stato un intervento di salvamento che ha recuperato una bambina di 5 anni che era già  sott’acqua.
La stampa locale ha con un trafiletto annunciato inoltre la morte per malore di un uomo al bagno 107 il 17 Settembre. Siamo intervenuti ancora una vota sulla stampa specificando che non ci sono malori che esulano dalla responsabilità di salvaguardare la vita in mare. I defibrillatori sono stati usati con successo questa estate. Oltretutto su questo ultimo caso alcuni sostengono che la persona ha chiamato aiuto ed è stata soccorsa in acqua da altri bagnanti, nessuno dei bagnanti presenti aveva competenze di rianimazione. Il giornale (il Corriere) riporterà  poi che secondo il referto di un medico del 118 la sua morte causata da un malore improvviso è avvenuta durante il trasporto in ospedale alle 11 e 20. La persona morta si chiamava Fulvio Gambi di Forlì anni 71.

Domenica 26 Settembre annega a Bellaria un turista Bulgaro al bagno numero 15. Il giornale Il Nuovo Quotidiano riporta che: Si è agitato perdendo il controllo, immediati i soccorsi di 118 e capitaneria. Questo nonostante che gli addetti al lavoro del settore primo pronto soccorso e rianimazione in mare convengono sulla ovvietà  che il primo intervento utile è quello che può fare il servizio di salvamento. Gli interventi successivi sono conseguenti.

Nonostante questo i giornali continuano a fare disinformazione, fatalismo, diseducazione che aumentano di fatto i rischi della balneazione.

In queste settimane di mancanza di servizio ci sono stati interventi riusciti a Viserba e a Miramare. Situazioni in cui i bagnanti stessi sono riusciti in situazioni drammatiche a evitare il peggio. Domenica 18 con giornata di Garbino (vento da terra) non solo non c’era il servizio di salvamento ne altra autorità  marittima. La stagione era chiusa e le migliaia di persone in acqua erano completamente in caso di necessità  abbandonate alla disinformazione, alla mancanza di prevenzione e alla mancanza di soccorso.

Centro Studi Salvamento - Unione Sindacale Italiana Marinai di Salvataggio