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115 lavoratori e lavoratrici ocuupazione chimerica, da Società MILANO ’90

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Ultimo aggiornamento Giovedì 21 Maggio 2015 13:07 Scritto da Sandro Giovedì 21 Maggio 2015 12:56

UNIONE SINDACALE ITALIANA USI

Confederazione fondata nel 1912

segreteria intercategoriale federazione di Roma

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sito nazionale www.usiait.com;

Blog www.unionesindacaleitaliana.blogspot.com;

archivio storico  www.usistoriaememoria.blogspot.com,.

 

ROMA CAPITALE:

115 lavoratori e lavoratrici (60 presso sede di Largo Loria e 55 presso sede di Via delle Vergini, utilizzate da Gruppi Consiliari, uffici e sedi delle Commissioni Consiliari permanenti del Comune di ROMA CAPITALE), dipendenti della Società MILANO ’90, a rischio LICENZIAMENTO E MANCATA RICOLLOCAZIONE CERTA, dopo CIG in scadenza biennale e senza retribuzioni pagate da Ottobre 2014, per effetto della cessazione e trasferimento degli Uffici comunali in altro stabile a via del Tritone.

LA SOLIDARIETA’ E IL SOSTEGNO DELL’UNIONE SINDACALE ITALIANA, antica confederazione sindacale indipendente, autorganizzata, autogestita da lavoratori e lavoratrici all’ennesimo gruppo di dipendenti a rischio a fine mese di maggio 2015, del posto di lavoro e di una prospettiva seria di ricollocazione, oltre al fatto che ancora non sono riusciti a riottenere le retribuzioni arretrate.

Il fatto è aggravato dalla situazione del loro utilizzo, presso gli stabili e le funzioni svolte, nelle due sedi dove da anni sono insediati i GRUPPI CONSILIARI, UFFICI E SEDI DELLE COMMISSIONI CONSILIARI PERMANENTI DELLA CAPITALE D’ITALIA, che a fine del corrente mese dovranno trasferirsi in altro luogo.

COME, DOVE E IN CHE MODO CERTO E TRASPARENTE SARANNO RICOLLOCATI E RIUTILIZZATI, questi 115 dipendenti, allo stato attuale non si sa, gli stessi rappresentanti dei Gruppi Consiliari, non danno risposte chiare e una prospettiva per coloro che in questi anni hanno prestato le loro attività lavorative per permettere il funzionamento e la ricettività delle sedi istituzionali di Roma Capitale.

E’ una delle tante, troppe situazioni rimaste in sospeso e sulle quali, dalla Roma Multiservizi, a Risorse per Roma, a Farmacap, al settore del T.P.L., ad altri servizi esternalizzati a cooperative, aziende, consorzi e raggruppamenti di imprese, allo stesso personale comunale, anche precario, nelle scuole e nei nidi, la Giunta Comunale non riesce, non sa, dare risposte certe e soddisfacenti, non solo ai diretti e dirette interessati-e, alle loro famiglie, ma alla stessa cittadinanza e comunità locale, mantenendo al di là di proclami e di annunci, la situazione su LAVORO, CONDIZIONI DI LAVORO E SALARIALI, SULL’OCCUPAZIONE, con la LOGICA “DELL’EMERGENZA”.

Quella stessa logica dell’EMERGENZA, che ha permesso a gruppi di potere, a gruppi di pressione, anche di stampo criminale, di poter fare profitti e affari e che non smetteremo mai, come strutture autorganizzate, di contrastare.

LE NOSTRE LOTTE

A ROMA,

Milano

e

Oltre

PROSEGUONO…

 

 

Chi lo fa e chi lo è?

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Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Maggio 2015 13:58 Scritto da Sandro Mercoledì 13 Maggio 2015 13:50

SDA-Poste Italiane: respinti i licenziamenti anti-SI CObas a Bologna

Come spiegato in precedenza, Poste Italiane, su pressione della CISL interna, puntavano a utilizzare la ristrutturazione del magazzino-hub di Bologna per demolire la presenza del SI Cobas, cui aderisce circa l’80% dei 510 lavoratori del magazzino.

SDA aveva rifiutato di firmare la conservazione del posto di lavoro in caso di cambio di cooperativa, e aveva risposto con la serrata allo sciopero dei lavoratori, serrata continuata per tutta la scorsa settimana, mentre i lavoratori erano licenziati dalle cooperative precedenti, il cui appalto era scaduto e non rinnovato.

Mentre si svolgevano manifestazioni dei lavoratori e incontri in Prefettura di Bologna con sindacati confederali, USB (che prima i suoi aderenti tra cui sei capi avevano svolto il ruolo di crumiraggio durante gli scioperi prestandosi al ruolo di sindacato giallo) e SI Cobas (separatamente), Poste Italiane-SDA firmavano con i confederali un accordo che era una fotocopia di una parte (escluso il passaggio al 4° livello e il pagamento della malattia) dell’accordo strappato da SI Cobas e ADL Cobas con la lotta a SDA e agli altri grandi gruppi della logistica, nel tentativo di far recuperare la faccia alla Triplice di fronte ai lavoratori, una volta estromesso il SI Cobas (vedi allegato).

Lunedì notte alle ore 2 l’ennesimo incontro in Prefettura si era concluso con un nulla di fatto, di fronte all’intransigenza di SDA, che proponeva il rientro in azienda di 150 lavoratori adesso e altri 150 entro la fine di giugno.

L'azienda su diktat delle Poste Italiane dopo varie proposte e giravolte continue voleva imporre la selezione di chi doveva rientrare in azienda con la volontà politica di far fuori i lavoratori del SI Cobas più in vista nelle lotte nel magazzino.

Ma martedì i lavoratori SDA, nonostante le minacce di applicare la legge 146 anti-sciopero con una lettera in tal senso fatta circolare nei magazzini di Roma,  si sono diretti, dopo un'assemblea nella sede del SI Cobas, in corteo a  bloccare per la seconda volta  l’attività di un magazzino di spedizione delle Poste ( dove lavorano 600 lavoratori che anch'essi sono minacciati dalla ristrutturazione). Allarmati e impauriti i dirigenti Sda contattavano la Prefettura ed il Si Cobas per chiedere di riaprire la trattativa, in pratica  i lavoratori SI Cobas venivano richiamati in Prefettura, dove alle 2 di mercoledi è stato raggiunto l’accordo: Cassa Integrazione a rotazione per tutti, sia tempi indeterminati che tempi determinati e alla scadenza dei determinati il 31 luglio gli altri ritornano in azienda. USB sostiene in un comunicato che è grazie a loro che Sda ha raggiunto l'accordo con i sindacati: questa è l'ennesima menzogna di un sindacato che ha nei fatti giocato solo il ruolo di crumiraggio nella lotta che il Si Cobas ha portato avanti e che al tavolo separato della trattativa ha avuto un ruolo marginale se non utile ai padroni malgrado le inutili minacce nei suoi proclami ( nell'ultimo comunicato, rasentando il ridicolo, sostengono che Sda sarebbe arrivata ad accordarsi per la paura di una manifestazione da loro indetta che doveva dirigersi verso la Regione: la solita passerella verso le istituzioni) .

Molti problemi della ristrutturazione saranno da affrontare in seguito, ma ancora una volta la determinazione nella lotta paga, la possibilità di allargarla sul piano nazionale in accordo con ADL Cobas,  ha sventato un attacco frontale e permette di lasciare intatta l’organizzazione indipendente dei lavoratori.

SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI!

SE TOCCANO I FACCHINI DI UN MAGAZZINO, TOCCANO TUTTI I FACCHINI!

 

   

Nostra proposta alla sezione dell'AIT italiana

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Ultimo aggiornamento Martedì 05 Maggio 2015 15:24 Scritto da Sandro Lunedì 04 Maggio 2015 13:26

UNIONE SINDACALE ITALIANA

Usi fondata nel 1912

SEGRETERIA GENERALE COLLEGIALE

MILANO – UDINE – ROMA - CASERTA

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A seguito dell’incontro (da Voi richiesto) del 31/03/2015 c/o la sede dell’USI in via Ricciarelli 37 in Milano, vi comunichiamo quanto segue:

Non è accettabile la proposta così come da Voi formulata, e come O. Sindacale proponiamo alla Vostra attenzione la nostra proposta a breve o lunga scadenza con possibilità d’uscita per ovviare all’attuale stallo che abbia come finalità ultima un interesse comune al sindacato e agli associati.

Un chiarimento è d’obbligo.

Per quanto riguarda il giornale “Lotta di Classe” e i siti precisiamo che questi, sono di proprietà o accreditati alla scrivente O.S. USI, con atti registrati (nel primo caso da Claudia Santi con atto notarile depositato a Milano). Anche se fino ad ora non è stata avviata nessuna azione legale, ma, ciò non equivale da parte della nostra organizzazione sindacale ad alcuna rinuncia sine die.

Nota: la scrivente USI ha riconoscimenti a livello nazionale e territoriale agibilità e diritti sindacali nei luoghi di lavoro consolidati nel tempo, senza nulla togliere a USIS e USI-Ricerca per i diritti sindacali acquisiti nei comparti in cui sono presenti, la somma di questi riconoscimenti aumenterebbe la visibilità nei confronti di controparte e un peso politico specifico nel territorio.

In premessa una visione della situazione generale in cui versano i lavoratori e la classe subalterna.

A fronte a un attacco senza precedenti contro le condizioni di vita e di lavoro nel PAESE portato avanti dal Governo Renzi imposta dalla TROIKA, che tenta il ripristino incondizionato del profitto capitalistico. Crediamo in questa fase che sia importante per l’USI – UNIONE SINDACALE ITALIANA spendersi nel tentativo di unificare a livello locale e internazionale le realtà o forze che credono che un altro modello che sociale è possibile e che abbiano alla base del progetto l’autogestione, l’autorganizzazione, il federalismo municipale, l’azione diretta ….

Pensiamo inoltre che sia opportuno lanciare un appello unitario a tutte le strutture libertarie e/o non autoritarie, alle organizzazioni sindacali conflittuali e sindacalisti/e rivoluzionari/e perché sia costruita un’alleanza sociale di opposizione, che riprenda e rilanci il progetto dello strike meeting, che costruì lo sciopero generale e sociale del 14 novembre che logiche dettate dal pensiero egemonico non hanno avuto seguito e reso monco il percorso.

Dopo chiarimenti e premesse questa nostra nota scritta.

Rispondiamo innanzitutto a un’organizzazione sindacale che ha un percorso simile al nostro autogestionario e autorganizzato e che entrambe continuano a combattere questo sistema avendo come fine una società liberata ed egualitaria.

Per ricostruire un’alleanza sociale rivoluzionaria e libertaria, pensiamo sia dapprima opportuno trovare un sistema di lavoro comune tra la nostra USI e la sezione italiana dell’AIT e l’USI Ricerca che di questo progetto nessuno pensa di esse centrale.

Pertanto

Si può ipotizzare a nostro avviso una o più strade su cui è possibile un leale confronto:

- La prima quella di un PATTO FEDERATIVO tra le  strutture che pur lasciando agli altri piena libertà di lavoro sindacale e sociale a tutti/e, si possano trovare momenti comuni nel livello organizzativo nazionale non scartando in un prossimo futuro l’ipotesi di una segreteria collegiale e/o sperimentando mobilitazioni contro il Jobs act, la riforma della scuola di Renzi, l’attacco ai diritti sindacali e alla rappresentanza …

- La seconda quella di una unità di azione/patto di collaborazione che senza costruire sovrastrutture di mediazione, sia capace lo stesso di portare avanti le comuni battaglie di cui abbiamo accennato sopra.

In chiusura della nota.

Il percorso da noi ipotizzato e la nostra disponibilità sarà messo parimenti all’attenzione dell’USI RICERCA per trovare quella disponibilità annunciata di confronto e l’eventualità di una collaborazione, senza pregiudizi o preconcetti che ci hanno caratterizzato fino a oggi. Un cambio di passo che dovrebbe vederci affrontare le attuali problematiche in modo diverso, nel pieno rispetto delle libertà e del lavoro e delle esperienze di ogni realtà, ha sperimentato con successo in tanti anni di attività sindacale e sociale nei luoghi di lavoro in cui siamo presenti che hanno rappresentato un richiamo al sindacalismo autogestionario.

Nell’attesa

La segreteria collegiale

Unione Sindacale Italiana.

USI.

10.04.2015

Rendiamo pubblico quanto da noi scritto e inviato al soggetto in indirizzo a seguito dell'infame aggressione verbale subita al corteo del 1° maggio a Milano.

L'aggressione ha avuto un solo attore dell'USIS (che nel recente passato ha avuto alloggio e spese a carico della struttura d'appartenenza) personaggio che ha tentato col suo linquaggio da fans dello sport, di coinvolgere realtà e manifestanti nel suo insensato comportamento.

La FAI responsabilmente non è stata partecipe alla vile aggressione e il tutto si è concluso così come iniziato. Nulla di fatto.

La Segreteria

Milano 02.05.2015.

   

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