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Come stiamo svendendo l’Italia. da Siniistrainrete.
Ultimo aggiornamento Lunedì 12 Gennaio 2015 10:50 Scritto da Sandro Lunedì 18 Agosto 2014 14:29
Come stiamo svendendo l’Italia
di Enrico Grazzini
La vendita della Indesit a Whirpool è solo l'ultimo caso: si sta verificando nel silenzio generale la fine dell'Italia industriale, come predetto da Luciano Gallino (1). Il pericolo imminente è quello di cedere al capitale estero non solo le industrie ma anche le grandi banche, e di svendere completamente il risparmio italiano. A causa del declino verticale dell'industria e della sofferenza delle banche italiane, e a causa della colpevole inerzia governativa e dei pesanti vincoli europei, il capitalismo nazionale sta diventando un servile vassallo di quello internazionale. E l'Italia rischia così di precipitare definitivamente nel Terzo Mondo.
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Marcinelle! 8 AGOSTO 1956 - 8 AGOSTO 2014
Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Agosto 2014 08:18 Scritto da Sandro Giovedì 07 Agosto 2014 08:11
8 AGOSTO 1956: STRAGE DI MINATORI A MARCINELLE (BELGIO)
PER NON DIMENTICARE…”la CATASTROFA”
8 AGOSTO 2014
COMITATO 5 APRILE DI ROMA nodo locale della RETE NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E SUI TERRITORI.
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8 AGOSTO 1956 - 8 AGOSTO 2014, sono passati 58 anni, dalla strage su lavoro nella miniera di MARCINELLE in Belgio. Ci furono 262 morti, di cui 136 di emigrati italiani, nel linguaggio locale, a metà tra francese e dialetto, fu detta "La catastròfa".
La storia: Un incendio scoppiato a quota 975 della miniera, nel distretto carbonifero di Charleroi, 262 morti a causa di un incidente banale, UCCISI SUL LAVORO soprattutto dalla "premeditata" imprevidenza, dalla mancanza di elementari misure di protezione, dalla disorganizzazione. Si è trattato della prima “strage sul lavoro” dell'immigrazione italiana all'estero, in base ad accordi tra i Governi belga e italiano, lo scambio di forza lavoro e braccia in cambio di quote di carbone per la "ripresa economica" dell’Italia, distrutta dalla guerra e dal regime fascista.
Per molti anni, nessuna carica istituzionale, a partire dal Presidente della Repubblica Italiana, nessun esponente di Governi si è recato sul luogo della strage di Marcinelle, nessuno si impegnò a sostenere i familiari delle vittime, nessun intervento istituzionale durante l'inchiesta successiva al disastro sul lavoro, con una giustizia inerte di fronte a questo "massacro annunciato".
Già il solo fatto di rievocare la strage di Marcinelle, non dovrebbe lasciare silenziosi o insensibili coloro che oggi, in Italia come nella "civile" Unione Europea con tante direttive sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, parla di "flussi programmati" e di "integrazione", o di "invasione", quando si riferisce al fenomeno dell'immigrazione. Come non si può dimenticare questa strage sul lavoro, non si può cancellare quello che subirono i nostri antenati, bisnonni, le condizioni di emigrati e immigrati nei Paesi "ricchi" per uscire dalla quotidiana miseria, alla ricerca della “fortuna”, di un destino e di un futuro migliore, spesso pagato a caro prezzo di vite umane, come a Marcinelle, o più semplicemente con anni di disprezzo, mancanza di rispetto per la dignità di emigrati, di sfruttamento e di intolleranza, se non di discriminazione razzista vera e propria.
In Italia, nonostante la crisi permanente, la recessione economica, con un uso anche spropositato di cassaintegrazione, mobilità, licenziamenti collettivi, precariato e tanto lavoro sommerso e "al nero", che quantifica in diminuzione la forza lavoro codificata e quindi riduce sensibilmente, con un gioco di prestigio anche il numero ACCERTATO DI MORTI SUL LAVORO e DA LAVORO, rispetto solo a qualche anno fa, l'Italia rimane pur sempre un PAESE DOVE LA SALUTE E' CONSIDERATA COME UNA MERCE E LA SICUREZZA, NON SOLO SUI LUOGHI DI LAVORO MA SUI TERRITORI, E' VISTA DA PADRONI E GOVERNANTI COME "UN COSTO" DA RIDURRE PER MANTENERE, IN REGIME DI "CRISI PERMANENTE", UN MARGINE PUR MINIMO DI PROFITTO E UNA BUONA OCCASIONE PER LUCROSE SPECULAZIONI FINANZIARIE...
Noi non dimentichiamo, non scordiamo Marcinelle e la Lezione che ci ha lasciato, come non scordiamo la Thyssenkrupp, l'Umbria Olii, Molfetta, Trani, Ravenna, Genova, L'Ilva di Taranto, Marghera, Monfalcone, Palermo...Viareggio, Roma e tante altre.
NOI NON DIMENTICHIAMO, PERCHE' CHI NON HA MEMORIA NON HA UN FUTURO E NONOSTANTE TUTTO SIAMO ANCORA DISPOSTI A LOTTARE COLLETTIVAMENTE E AD ESSERE SOLIDALI
...PER UN ALTRO FUTURO
...POUR UN AUTRE FUTUR
Da Milano a Bologna a Ustica. Il 2 AGOSTO 1980 per non dimenticare.
Ultimo aggiornamento Lunedì 04 Agosto 2014 09:02 Scritto da Sandro Lunedì 04 Agosto 2014 08:49
USI - Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912
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sito nazionale www.usiait.it;
blog www.unionesindacaleitaliana.blogspot.com,
archivio storico www.usistoriaememoria.blogspot.com
2 AGOSTO 1980. STRAGE ALLA STAZIONE DI BOLOGNA ORE 10.26...
L'ENNESIMA STRAGE "DI STATO", RIMASTA SENZA LA VERITA' E LA GIUSTIZIA, INDIVIDUATA LA MANOVALANZA FASCISTA MA I MANDANTI VERI SONO RIMASTI "IGNOTI".
L'USI UNIONE SINDACALE ITALIANA, NON DIMENTICA CHE LE BOMBE NELLE PIAZZE (PIAZZA FONTANA MILANO '69), NELLE STAZIONI, SUI VAGONI (e sugli aerei, sempre nel 1980 Ustica) SONO STATE MESSE ALL'INTERNO DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE, LE BOMBE SONO STATE MESSO CONTRO GLI OPERAI, LE LAVORATRICI E I LAVORATORI, I MOVIMENTI SOCIALI DI LOTTA.
UNA MEMORIA STORICA CHE SERVE ANCHE PER LE NUOVE GENERAZIONI, CHE QUELLA STAGIONE NON L'HANNO VISSUTA DIRETTAMENTE, MA ANCHE PER LE GENERAZIONI CHE QUEGLI ANNI LI HANNO VISSUTI E SUBITI, SENZA RASSEGNARSI MAI.
2 agosto 2014.
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