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Sede Milano

Via Ricciarelli, n° 37.

20148 Milano. (Zona Rebrandt/Aretusa/Osoppo)

Telefono - 02 54 10 70 87.

Tel./Fax  - 02 54 10 70 95.

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Come arrivare:

Filobus: 90; 91. Fermata Piazzale Brescia.

Autobus: 98. Fermata Aretusa/Rembrad.

BUS: 80/63. Fermata Rembradt/Aretusa.

Tram n° 16: Fermata P.zza Brescia/Ricciarelli

MM 2: Uscita Romolo Filobus 90. 1° fermata dopo p.zzale Brescia.

MM 1: Uscita Gambara (MM direzione Bisceglie).

MM 5: Uscita Lotto, Autobus 98, fermata Aretusa.


Verifica e controllo buste paga dei CCNL.

Calcolo TFR

CAAF

  • C/O l’Unione Sindacale Italiana di via Ricciarelli n.37.

Il servizio per gli associati USI è cosi disposto:

730 - congiunto - pensionati.

E' attivo il servizio per l'identità digitale (SPID).


INOLTRE.

E' Stato ampliato con i legali già operanti (con costi contenuti) c/o la sede USI di Milano i sguenti servizi:

  • Diritto di Famiglia;
  • Diritto Minorile;
  • Diritto penale;
  • Diritto dell'immigrazione;
  • Risarcimento danni (lavoro - civile e penale - sinistri - errata diagnosi medica).

 

Per informazioni chiamare i seguenti numeri:

Tel. 02.87.18.80.48

Tel. 02.87.18.40.49

Tel. 02 54 10 70 95 (operativo tutti i giorni)

Tel. 02.54.10.70.87 (operativo tutti i giorni)

Oppure potete scrivere a:

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POLITICHE (DIS)OCCUPAZIONAL Milano

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POLITICHE (DIS)OCCUPAZIONALI IN COMUNE.

MILANO

Forse la questione occupazionale sembra non interessare o riguardare la maggioranza: i colleghi più anziani motivano la loro posizione, disillusi e stanchi, asserendo: "fra pochi anni vado in pensione", i più giovani, freschi di studi e pieni di energie ed entusiasmo, visto l'andazzo, impiegano le loro forze per continuare a studiare al fine di scappare il prima possibile verso un ente ministeriale che paga di più o più vicino casa (non è un mistero che Milano sia meta di molti meridionali, che, col loro magro stipendio, se non hanno altre entrate, ormai faticano pure a pagare l'affitto!).

Da quando sono entrata in comune (2018) si sono succeduti piani occupazionali "fotocopia" che anno dopo anno hanno portato sempre più giù il numero dei dipendenti del Comune di Milano.

E il piano occupazionale di quest'anno, presentato dall’Amministrazione lunedì con una serie documenti e numeri allegati a questo messaggio, è ancora più disastroso dei precedenti: per la prima volta da più di 10 anni le graduatorie di B e C e forse anche D amministrativi, le più capienti insieme a quelle delle educatrici, non verranno esaurite, se il Governo non prorogherà le graduatorie! lasciando a casa centinaia di persone che stavano aspettando una chiamata dopo aver vinto un concorso. Molte di loro già lavorano al Comune di Milano in ruoli e contratti più svantaggiosi, sono già B o C , lavorano per società partecipate (Amat) o con contratti precari.

  • La scelta di assumere più di 450 agenti di Polizia Locale tra il 2024 e il 2025(di cui, tra l'altro, c'è una continua e irrefrenabile emorragia, dovuta alle condizioni di lavoro, alla maggiore appetibilità di altre forze dell'ordine nonchè al "caro Milano"), più del doppio di tutto il resto di C (amministrativi, museali, formativi, bibliotecari, tecnici e culturali) e la contemporanea procedura di progressioni verticali per 350 educatrici, senza che venisse deciso un pari stanziamento economico per gli amministrativi, ha limitato la possibilità di assunzione in altri settori: per la prima volta dagli anni Settanta, nel 2025, i comunali scenderanno sotto i 12.900. Una cifra che supera quella che avevamo già denunciato gli anni passati!
  • Fatta eccezione per la Polizia Locale e I servizi all’infanzia, le assunzioni non riusciranno a coprire nemmeno la metà di chi per vari motivi (dimissioni volontarie, mobilità, decessi, pensionamenti, vincitori di concorsi in altri enti) abbandonerà il comune di Milano nel prossimo anno, aggravando il carico di lavoro dei superstiti! Numerosi anche i "passaggi di categoria" dopo la vincita del relativo concorso al Comune di Milano, senza che sia deliberato il loro rimpiazzo: a tal proposito, mi piace sottolineare che, anche se un collega che passa da B a C, per vincita del relativo concorso, è considerato "nuovo assunto", in realtà lascia scoperto il posto che lascia (perchè non viene rimpiazzato) e costa solo circa 1/14 in più...
  • Se non interverremo, è destinata a scomparire, con la probabile esternalizzazione dei servizi, l’area Bche nel prossimo biennio conterà ¼ di pensionati che non verranno sostituiti mentre è stata decisa la crescita esponenziale della categoria dei funzionari, che verranno destinati anche a sobbarcarsi parte del lavoro di B e C: una scelta che penalizza i servizi alla persona e gli sportelli al pubblico, i municipi e i servizi di prossimità, musei e biblioteche e soprattutto i servizi sociali.

Il piano occupazionale, inoltre, sancisce il sostanziale declino del settore formazione per come l’abbiamo conosciuto, sin dagli anni Ottanta un fiore all’occhiello del Comune.

Dai numeri mostrati si evince che per il 2024, per gli amministrativi, saranno 127 le chiamate dei B, 115 dei C e 62 dei D.

Veramente vogliamo per noi questo futuro? (Forse) noi a 70 o 80 anni prenderemo una pensione, ma che pensione prenderanno i nostri figli o nipoti, le future generazioni? Quando i numeri dei dipendenti pubblici saranno fortemente e pesantemente ridimensionati e la forza lavoro esternalizzata e appaltata con paghe da fame?

L’UNIONE SINDACALE ITALIANA,  e L'RSU SONO CONTRARI A UN PIANO OCCUPAZIONALE CHE RIDUCE IL RUOLO DI SERVIZIO PUBBLICO DEL COMUNE, A MERO CONTROLLORE DI SERVIZI IN APPALTO!

UNISCITI ALLA PROTESTA, COSTRUIAMO UNA MOBILITAZIONE VISIBILE CON UN PRESIDIO PUBBLICO

DAVANTI A PALAZZO MARINO DURANTE UN CONSIGLIO COMUNALE!

M. R. G.

RSU USI Comune di Milano

 

Si alla libertà di espressione e di Informazione

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Richiesta di ritiro di querela e provvedimenti disciplinari

contro la libertà di espressione


 

 

La notizia della querela deliberata dalla Giunta del Comune di Milano nei confronti del giornalista Gianni Barbacetto dopo la messa in onda della trasmissione televisiva Farwest di Rai3 delle scorse settimane, non può lasciarci indifferenti come lavoratori del Comune di Milano e come delegati sindacali che tra i primi loro compiti hanno la difesa della Democrazia e della Costituzione.

 

Ad essa è seguita nei giorni scorsi, la possibilità che una collega della Direzione Formazione possa ricevere un provvedimento disciplinare dopo alcune dichiarazioni critiche verso l’Amministrazione, riprese da un quotidiano.

 

Sebbene riconosciamo quanto il messaggio lanciato dal noto giornalista, in particolare per mezzo di una vignetta, con l’attenuante del tono satirico ma con l’aggravante dell’aver fomentato vecchi e mai morti luoghi comuni, sia stato fuori luogo e poco rispettoso dell’operato dei lavoratori dell’ente, non condividiamo l’uso intimidatorio della querela. E’ un atto di censura che male si accompagna alla storia del Comune di Milano, faro di progresso, indipendenza e civiltà per tutto il paese sin dalle prime lotte risorgimentali, dalle Cinque giornate sino ai moti contro il carovita del 1898, alla Resistenza e al Movimento operaio e studentesco. Atto di censura che, ad occhi terzi e maliziosi, potrebbe anche far pensare ad una coda di paglia.

 

Anche il tempismo di tale scelta, quando l’eco delle notizie sulle indagini che riguardano decine di pratiche dello Sportello Unico per l’Edilizia si stava assopendo e durante la difficoltosa elaborazione delle disposizioni governative riguardanti il Condono Edilizio, rischia di rinfocolare polemiche e contrapposizioni nefaste per il clima già pesante che si respira negli uffici.

 

Tale decisione che segue una logica repressiva della libertà di espressione già messa in atto nel nuovo Codice di Comportamento è contraria a principi fondanti la Costituzione sanciti dall’art. 21 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.


Il grande rilievo mediatico offerto al giornalista dalla querela inoltre, non solo amplifica la diffusione dei suoi scritti e delle vignette satiriche che li accompagnano, spesso lesive nei confronti dei nostri uffici, ma acuisce ancor di più la frattura tra parte della popolazione milanese e la credibilità dell’operato professionale dei lavoratori della Direzione Urbanistica. La querela ha avuto, nelle strane logiche della moderna comunicazione social, il risultato di amplificare all’inverosimile le visualizzazioni degli scritti del querelato, aumentare gli interessati ai contenuti dei suoi articoli, rappresentando agli occhi di molti cittadini una sorta di ‘ammissione di colpa’.

 

Chiediamo quindi al fine di ristabilire un dialogo democratico e di rassenerare la situazione quale primo interesse della difesa dei colleghi indagati, il ritiro della querela, la fine del clima intimidatorio che dal governo centrale agli enti locali si sta abbattendo su questo paese e sulla libertà di parola di conseguenza anche dei lavoratori, e la creazione di momenti di confronto e di partecipazione ‘vera’ anche coi giornalisti più critici l’Amministrazione che possano spiegare e rendere trasparente la correttezza dell’operato degli uffici in attesa di una positiva risoluzione di tutte le controversie in atto.

 

RSU USI Comune Milano

Milano, 25 giugno 2024

 

RINNOVO CCNL RAI

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RINNOVO CCNL RAI: FERMARE I CLIENTELISMI E RIDARE DIGNITA'

A TUTTI I LAVORATORI


Sembra assurdo che sia una sigla fuori dalle trattative a doverlo dire, ma ci preme ricordare a tutti che il CCNL Rai è scaduto da più di un anno e che le attuali proposte economiche aziendali sono totalmente indecenti e inaccettabili.

I rinnovi contrattuali firmati negli ultimi 30 anni dalle OO.SS. che si sono finora occupate delle trattative hanno ridotto di almeno 1/3 il potere di acquisto dei lavoratori e non hanno permesso di restare al passo con l'inflazione programmata; non osiamo nemmeno parlare di inflazione reale, perché in questo caso l'impoverimento subito dalle retribuzioni medie dei lavoratori Rai ha raggiunto indici a due cifre ed ha accollato sulle famiglie un peso incalcolabile che ha condizionato pesantemente il loro stile di vita, ripercuotendosi persino sulla capacità di fruire di beni e servizi essenziali. A questo proposito, ricordiamo che l'introduzione di bonus e ticket in forma di un cosiddetto “welfare” (benessere assistenziale), non è assolutamente da considerarsi una conquista sociale, né sindacale, ma al contrario è la dimostrazione di una disfatta economica e di come coloro che hanno un lavoro salariato si ritrovino nelle preoccupanti condizioni di dover beneficiare di misure di sostegno materiale, sotto forma di beni e servizi che finiscono per ledere ed umiliare la loro dignità di lavoratori sottopagati.

Non è un caso se sempre più spesso i giovani apprendisti e le nuove leve della produzione rinunciano a intraprendere una carriera all'interno dell'azienda o peggio ancora rassegnino le dimissioni dopo pochi mesi dall'impiego, poiché con le attuali retribuzioni offerte dalla Rai non sono in grado di sostenersi autonomamente e condurre uno stile di vita soddisfacente che richiede già molti sacrifici in termini di flessibilità, lavoro festivo e orari imprevedibili che subiscono prolungamenti e anticipi ripetuti, a causa di un tipologia di lavoro particolare, ma soprattutto sono la conseguenza di carenze di personale ormai croniche.

Il nostro dovere di sigla sindacale svincolata da ogni forma di potere politico e clientelare è anche quello di aprire gli occhi a tutti quei lavoratori che pretendono di avere forme di trattamenti preferenziali che di fatto danneggiano altre categorie di lavoratori. Noi ci battiamo per una crescita economica che porti un effettivo beneficio a tutti e che svincoli il lavoratore dalla logica clientelare di cui finora si sono fatte portavoce le sigle che pretendono tessere in cambio di categorie, bonus o altri stratagemmi illusori ed ingannevoli per quella forza lavoro che ormai è quasi del tutto piegata al volere di chi gli impone regole e retribuzioni immodificabili che in nessun modo si sono rivelate vantaggiose per chi ad esse deve sottostare.

Proponiamo di smettere di illudere le persone con falsi benefici che danno a pochi e tolgono a molti, ma di considerare un realistico e dignitoso aumento in prima voce per tutti, come è giusto che sia in una società civile che voglia definirsi tale.

Un'altra proposta che permetterebbe di tenere sotto controllo l'effettivo aumento di stipendio è quella di non parlare più di parametrazione degli aumenti al quarto, o peggio al secondo livello, ma di utilizzare degli schemi molto chiari e precisi che indichino l'effettivo ammontare della prima voce in tutti i 9 livelli previsti dal CCNL, anche per dare la possibilità ai lavoratori di confrontare negli anni quanto le loro prime voci siano effettivamente aumentate e in quale percentuale. Ogni proposta diversa dal voler incrementare lo stipendio in prima voce per tutti è solo pura demagogia, inganno, frode, oltre che il tentativo di far passare come istituzionale una mentalità clientelare di impronta mafiosa.

I lavoratori devono assolutamente rifiutare di farsi coinvolgere in una logica che propone soluzioni di comodo solo per coloro che gestisco un “sistema” malato e corrotto o si precluderanno essi stessi ogni possibilità di ottenere vere conquiste economiche e di conservare un minimo di dignità personale. Prepariamoci a dichiarare lo stato di agitazione e a sostenere le lotte per migliorare le nostre condizioni economiche e a permettere ai più giovani di costruirsi un futuro dignitoso in azienda.

USI Dip 902 24.06.2024

   

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