Nibirumail Cookie banner

Benvenuti sul sito dell'Unione Sindacale Italiana!

Organizzati nell'U.S.I.

Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaE-mail

Ultimo aggiornamento Venerdì 01 Dicembre 2023 12:52 Scritto da Sandro Venerdì 01 Dicembre 2023 12:23

Organizza l’U.S.I.

L’Unione Sindacale Italiana, storica Organizzazione Sindacale a cui le sue prime radici risalgono nel lontano 1912 dalla scissione dalla CGL a seguito dell’interventismo del governo italiano in terra d’Africa. La componente libertaria e internazionalista contraria alle guerre diede vita alla nuova Organizzazione Sindacale. Nel suo statuto mantenne la sua posizione antimilitarista ed avversa ad ogni guerra. Una parte consistente di compagni e compagne, decisero di creare un nuovo sindacato (U.S.I.) che al primo posto avesse l’abiura della guerra e la difesa della classe sfruttata, in un mondo senza guerre, senza frontiere e di uomini liberi e uguali.

L’Unione Sindacale Italiana fu soppressa nel 1922 dal Fascismo e dal governo presieduto da Benito Mussolini.

Dopo la caduta del fascismo, un gruppo di compagni e compagne ridiedero vita  nel 1950, con mille difficoltà, all’attuale Statuto ricostruendo ll’Unione Sindacale Italiana con tutti i suoi principi

La CGL modificò l’acronimo con Confederazione Generale Italiana del lavoro CGIL.

Lo statuto della nostra Organizzazione Sindacale non prevede la figura del salariato all’attività; non prevede la figura del funzionario sindacale a spese degli associati.
Molti ostacoli burocratici istituzionali stanno frenano la crescita dell’Unione e l’affermazione dei suoi principi nel mondo del lavoro e nel sociale.

I principi fondanti autogestionari dell’Unione Sindacale Italiana sono:

L’autorganizzazione dei lavoratori;
La pratica alla democrazia diretta;
L’autogestione delle sedi;
L’indipendenza economica da ogni partito politico parlamentare o extraparlamentare;
La distanza da ogni dogma religioso e laico.

Non ha burocrazia interna, sono evitati i distacchi sindacali, chi ha cariche sindacali non è percettore di compenso economico.

L’Unione si fonda sui principi dell’autogestione come prevede lo statuto dell’U.S.I.

L’associato, il militante, è consapevole che un diverso modo di fare Sindacato è possibile.

Organizzati!

Per aderire e organizzarti con l’Unione Sindacale Italiana

mettiti in contatto con le sedi locali più vicine.

Milano 01.11.2023         

 

Adesione allo scioere

Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaE-mail

Ultimo aggiornamento Mercoledì 27 Settembre 2023 14:40 Scritto da Sandro Mercoledì 27 Settembre 2023 14:32

 

Milano 26.09.2023

Spett.le

Commissione di Garanzia

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Prot.232/23

Spett.le

Ministero delle infrastrutture e dei trasporti

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Prot.233/23

Spett.le

Ministro del lavoro e delle politiche sociali

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Prot. 234/23

Spett.le

Presidente del Consiglio dei Ministri

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Prot.235/23


Adesione dell’Unione Sindacale Italiana allo Sciopero Generale 20 Ottobre 2023 indetto dal Sindacalismo di base (ADL, CUB, SI COBAS).

All’adesione convergono le strutture del Pubblico e del Privato.

Aumenti salariali per tutte le categorie dei lavoratori.

Recupero del costo di lavoro decurtato dall’inflazione.

Riprendiamoci la nostra sicurezza nelle fabbriche negli uffici e nel sociale.

Il salario deve essere rivalutato all’inflazione reale e no a quella programmata.

Si al reddito di cittadinanza.

Abbasso i Governi

°°°°°°°°

Vengono accettate le limitazioni di Legge e dei CCNL sullo sciopero nei servizi minimi essenziali, esentate le zone colpite da calamità naturali e le zone oggetto di consultazioni elettorali.

Prendiamo le distanze dalla guerra e dalla propaganda militarista e guerrafondaio gridando no alla guerra.

 

Si alla diplomazia alla soluzione della guerra.

 

La via diplomatica alla fine del conflitto e alla pace non può essere delegata a chi vede nel riarmo la soluzione ai conflitti in atto nel nostro pianeta.

 

Sono i proletari che vanno in guerra e muoiono, i grandi della terra si conoscono non si offendono e sono al disopra di ogni conflitto.


La Guerra va condannata ovunque e sempre, non vi sono guerre buone o cattive.

°°°°°°°°°°

Alla fine del conflitto le nostre condizioni di vita non saranno migliori rimarremo maggiormente sfruttati e più mercificati.

Il prezzo più alto di questa follia umana incarnata dal potere e dal profitto ricadrà pesantemente e in modo irreversibile sulla pelle di noi lavoratori sia in Russia che in Ucraina.

La corsa forsennata al riarmo impoverirà ulteriormente i nostri salari e i margini di libertà, la libertà di pensiero e di protestare, è il bene più prezioso che abbiamo conquistato dopo aver sconfitto il fascismo!


I lavoratori i proletari di tutto il mondo non hanno nazioni ne confini!!

°°°°°°°°°°°

USI Unione Sindacale Italiana

Distinti Saluti.

Segretario Nazionale

Bruzzese Sandro

Segreteria Generale Collegiale

20148 Milano. Via Ricciarelli, n° 37 – T./Fax 02 54 10 70 87 – T./Fax 02 54 10 70 95.

e-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ; Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ; Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .

Sito nazionale: www.usiait.it; www.usiait.com

33100 Udine. Sede Legale Via G. Marchetti, n° 46 - T/Fax 0432 150 3360

e-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ; Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

   

Vogliono tapparci la bocca

Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaE-mail

Ultimo aggiornamento Lunedì 25 Settembre 2023 08:21 Scritto da Sandro Lunedì 25 Settembre 2023 08:18

 

Vogliono tapparci la bocca

°°°°°°°°°°°°

 

Il decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2023 in merito ai comportamenti dei dipendenti pubblici deve essere ritirato perché lede le libertà democratiche e il diritto alla critica del singolo dipendente.

E' assai inquietante la riscrittura delle norme di comportamento all'insegna della fedeltà assoluta al datore di lavoro vietando anche nel tempo libero la libertà di espressione.

Citiamo testualmente alcuni articoli per capire meglio di cosa stiamo parlando

il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale.  Al fine di garantirne i necessari profili di riservatezza le comunicazioni, afferenti direttamente o indirettamente il servizio non si svolgono, di norma, attraverso conversazioni pubbliche mediante l’utilizzo di piattaforme digitali o social media

Decreto del Presidente della Repubblica 81 del 13 giugno 2023 - Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (2).pdf

Ma cosa significa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione?

Facciamo degli esempi pratici che potrebbero scaturire in provvedimenti disciplinari e licenziamenti nella Pubblica amministrazione

  • Dipendente della scuola che prende posizione pubblica contro gli stages scuola lavoro nelle caserme militari. Trattasi di protocolli pubblici ma il diritto alla critica, sancito anche dalla Costituzione, verrebbe calpestato contestando il venir meno del rapporto di fiducia avendo recato danno alla immagine e al prestigio dell'Istituto comprensivo di appartenenza o perfino della Istituzione scolastica in generale.
  • Personale sanitario che denuncia pubblicamente la carenza di personale e di strumenti di lavoro per motivare la inadeguatezza delle cure erogate alla cittadinanza sarebbe accusabile di avere pubblicato notizie lesive per la immagine dell'Ospedale o dell'azienda presso la quale presta servizio per questo sarà passibile di licenziamento.
  • Dipendente di un Ente locale che contesti, pubblicamente o attraverso i social, il suo dissenso verso macrostrutture o decisioni della Amministrazione di appartenenza, il diritto alla parola e alla critica o perfino il dissenso sindacale potrebbero presto trasformarsi in danno alla immagine della Pubblica amministrazione e dare vita a provvedimenti disciplinari, sanzioni e licenziamenti.
  • Dipendente delle Forze armate che denunci la mancanza di sicurezza o la presenza di situazioni di rischio per i soldati, anche in questo caso sarebbe passibile di provvedimento disciplinare con l'aggravante anche di altre misure intraprese in ambito militare

Tutti i dipendenti pubblici devono poi rispondere alla Corte dei Conti per danno erariale con il rischio di pagare migliaia di euro di sanzioni

Pensate di avere letto un racconto di fantascienza? No è solo realtà, il Governo vuole tappare la bocca ai dipendenti pubblici e dopo l'obbligo di fedeltà aziendale che ha portato al licenziamento di tanti sanitari che in tempi pandemici denunciavano le inefficienze del sistema sanitario oggi la repressione si estende a tutti i comparti della PA

(delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com)

   

Pagina 1 di 132