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Morti da Lavoro. Marlane Marzotto

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Il processo alla Marlane Marzotto rimane a Paola

Ci hanno provato, le parti difensive dei responsabili del massacro dei lavoratori dell'azienda tessile, ad allungare ulteriormente i tempi del processo cercando di spostarlo a Vicenza e a estromettere, dal dibattimento, quel sindacato, lo Slai cobas, che dal primo momento è stato vicino ai lavoratori e alle loro famiglie.

Non sembra essere interesse degli avvocati difensori avere una sentenza, una sentenza su un fatto talmente grave che dovrebbe smuovere le coscienze di ogni cittadino, a prescindere dal ruolo che svolge.

Più che giusto che gli imputati abbiano dei difensori, meno giusto, meno morale, che gli studi di questi grandi oratori del foro italiano, Ghedini e Pisapia in testa, utilizzino escamotage per fare in modo che il processo non venga proprio fatto e arrivi alla prescrizione.

E' interesse anche degli imputati che il processo si svolga, la giustizia non è una variabile dipendente dal potere o ingabbiata in mille artifizi che le impediscano di procedere e affermare questo, tentare di svilirne il significato, va contro gli stessi imputati e i loro avvocati.

Ricordiamo la vicenda, per chi ancora non ne fosse a conoscenza:

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Madrid 25.03.12. Rete Europea Sindacati Alternativi.

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RAFFORZAMENTO DELLA RETE EUROPEA DEI SINDACATI DI BASE E ALTERNATIVI

DICHIARAZIONE DEI PRINCIPI

In tutti i paesi, il governo ed i datori di lavoro stanno attualmente conducendo una serie di riforme che vanno nella stessa direzione e rispondono alle esigenze del capitalismo, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea, la Banca Mondiale ... Tutti questi adeguamenti, riforme e piani di austerità rendono le persone sempre più precarie sul lavoro, e distruggono i diritti fondamentali conquistati dopo molti anni di lotta.

Il Sindacalismo istituzionale abbandona giorno dopo giorno la classe lavoratrice. Il nostro modello di sindacalismo è un’ alternativa reale e sta lottando per ottenere un altro modello di società. Dobbiamo rafforzare la nostra rete e coordinare le lotte per raggiungere obiettivi comuni.

La nostra carta d'identità, che ci differenzia nettamente da altre reti europee e mondiali (CES, WSF ...) già esistenti è la nostra dichiarazione di principi:

- Un sindacalismo di lotta e di trasformazione sociale.
- Un sindacalismo autonomo, indipendente e assembleare.
- Un sindacalismo alternativo alle pratiche e alle strategie del sindacalismo europeo maggiormente rappresentativo.
- Un Sindacalismo aperto all’azione comune ed unitaria con tutte le organizzazioni che condividono i nostri obiettivi.

Questa Rete ha deciso in comune di:

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SOLIDARIETA’ AI NO TAV ITALIANI

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SOLIDARIETA’ AI NO TAV ITALIANI
(documento proposto da USI Unione Sindacale Italiana
ed approvato al Congresso della Rete europea del sindacalismo alternativo e di base)

  • Esprimiamo la massima solidarietà, complice ed attiva, con le vittime della repressione e con l'intero movimento che lotta contro la realizzazione della TAV: Truffa ad Alta Voracità.
  • Dove quest'inutile opera è stata realizzata si è già dimostrata la sua natura: la distruzione di faglie acquifere e le conseguenze sull'ambiente, i morti sul lavoro, gli intrecci tra politica, imprenditoria e malaffare, il dispendio di risorse pubbliche, l'aumento dei costi per i viaggiatori, la riduzione di servizi per pendolari, studenti, lavoratori.
  • Ogni giorno la militarizzazione della Val Susa causa un danno economico di 90.000,00Euro. Una militarizzazione totale, che strappa il territorio agli abitanti sotto la definizione di “sito strategico”, che vede il dispiegamento di unità militari specializzate nella guerra di montagna (Alpini, Lupi di Toscana, …), cha fa uso di gas CS – vietato nei conflitti tra nazioni ma a disposizione dello stato e dei padroni nella guerra contro la popolazione, che aggredisce manifestanti inermi nelle stazioni, che tortura i prigionieri nelle carceri, che minaccia l'allontanamento dei figli dalle famiglie impegnate nella lotta...

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USI Rimini. Intervengono sulla sicurezza Balneare.

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I MARINAI DI SALVATAGGIO.

La discussione è aperta sul mese di settembre.

RIMINI

"Nel settembre 2011 a stagione balneare ufficiale chiusa, ma con migliaia di persone in acqua, molte città della costa non sono riuscite a intervenire in alcun modo a salvaguardia della vita in mare.

Non è ammessibile che ciò si ripeta". A sostenerlo è l'Unione sindacale italiana dei marinai di salvataggio che chiede di cambiare l'ordinanza regionale.

Così come l'associazione dei marinai di salvataggio e la Nettuno società cooperativa.

Voglio che "l'ordinanza balneare regionale 2012 preveda esplicitamente che i Comuni, con propria ordinanza integrativa, possano anticipare e/o prolungare l'attività obbligatoria del servizio di salvataggio in rapporto all'ampliamento della durata della stagione balneare e del periodo di apertura degli stabilimenti balneari oltre i termini minimi previsti".

E non c'è motivazione che possa portare a ripetere i rischi dell'anno scorso. "Le categorie dei concessionari dicono di non avere risorse per garantire il servizio di salvamento sia pure con le attività aperte?

- fa notare l'Unione sindacale -.

La stagione balneare si è fortunamente protratta con positiva ricaduta economica per tutta la città? Allora è necessario intervenire, ogni parte sociale faccia quello che può e che questo non sia l'indifferenza letale".

In pratica ciò che è successo durante l'ultima stagione estiva.

"Nessuno è intervenuto se non alcuni marinai di salvataggio che, dopo avere denunciato pubblicamente il pericolo, hanno cercato di fare ciò che potevano, anche presidiando gratuitamente, in nome della sicurezza in mare, in tre weekend alcune zone affollate".

Dal quotidiano di Rimini.

 

Dal Centro Studi Salvamento USI Rimini

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CENTRO STUDI SALVAMENTO – UNIONE SINDACALE ITALIANA MARINAI DI SALVATAGGIO

Relazione sulla mancanza di servizio di salvamento nel settembre 2011 e proposte di cambiamento dell'ordinanza regionale.

Rimini 10 02 2012

Questo documento vuole contribuire alla soluzione di un problema: Nel Settembre 2011 a stagione “balneare ufficiale” chiusa, ma con migliaia di persone in acqua, molte città della costa non sono riuscite a intervenire in alcun modo a salvaguardia della vita in mare.

Si è ritenuto necessario sostenere un cambiamento della ordinanza regionale che introduca la possibilità di flessibilità della lunghezza della stagione quando “di fatto” è ancora attiva. E’ altresì necessario che ci siano referenti precisi di questa valutazione. A Tale fine sarà richiesto che sia introdotto il seguente cambiamento di ordinanza regionale:

1) “E’ competenza di ordinanza comunale integrativa la flessibilità di apertura o chiusura della stagione balneare, con obbligo di attivazione del servizio di salvamento, oltre o prima delle date di ordinanza regionale. L’ordinanza integrativa viene emanata dal responsabile dell’ufficio demaniale sentiti i referenti del soccorso e pronto soccorso e rianimazione in area di balneazione (Servizio 118, Guardia Costiera, Marinai di Salvataggio).

2) “Le postazioni dei marinai di salvataggio devono avere per dotazione il defibrillatore e personale abilitato all’uso”

 

17 Settembre 2011

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