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Morta Barbara Balzerani

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Ultimo aggiornamento Martedì 05 Marzo 2024 16:07 Scritto da Sandro Martedì 05 Marzo 2024 15:59

barbara balzerani

Morta Barbara Balzerani, ex Br e

«primula rossa» dell'agguato di via Fani

diRedazione Roma

Barbara Balzerani fu tra i protagonisti del sequestro di Aldo Moro. Tornata libera definitivamente nel 2011 si è dedicata all'attività di scrittrice

È morta il 04.03.2024 a Roma a 75 anni dopo una lunga malattia Barbara Balzerani, dirigente della colonna romana delle Brigate Rosse e fra le protagoniste del sequestro di Aldo Moro. Dopo il declino e la crisi delle Br, fu tra gli ultimi terroristi ad essere arrestati, nel 1985. La «primula rossa» delle Br è morta al termine di una vita di cui ha sempre rivendicato le scelte.

Nome in codice Sara

L'anno di svolta fu il 1975, quando dopo una laurea in Filosofia e impieghi come assistente a bimbi con handicap, e dopo aver aderito a Potere operaio, entrò nelle Br, passando nel 1977 alla clandestinità. Prese parte all’omicidio di Girolamo Minervini, magistrato ucciso nel 1980, e all’agguato in via Fani per il rapimento Moro. Durante il sequestro occupò con Mario Moretti, al quale era legata sentimentalmente, la base di via Gradoli a Roma. Ma non era presente all'arrivo delle forze dell'ordine. «Sara» il nome usato nelle azioni terroristiche, cui dava impulso con determinazione.

La confessione dell'omicidio di Lando Conti

Dal carcere, confessò l'omicidio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti e venne condannata all'ergastolo. Mai pentitasi né dissociatasi dalle Br, anche se estranea al circolo degli «irriducibili», nel 1993 dichiarò di provare «un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabile».

Il confronto a distanza con la figlia d Moro

Nel 2018, entrò in polemica con Maria Fida Moro, figlia dello statista, che si sfogò nel quarantennale dell'omicidio di suo padre: «Io posso lamentarmi, io che non l'ho provocato ma l'ho subìto. Ho il titolo per dirlo, anche solo per la semplice ragione che mi dà dolore. Ma la signora Barbara Balzerani non può dirlo perché lei è tra coloro che l'hanno provocato. E, quindi, si tiene i risultati di quanto messo in atto».

Le sue ultime passioni: informatica e scrittura

Il 12 dicembre 2006 le era stata concessa la libertà condizionale, e nel 2011 Balzerani era tornata definitivamente libera. Impiegata per una cooperativa di informatica, è stata anche - negli ultimi anni della sua vita - scrittrice. La casa editrice DeriveApprodi ha pubblicato tutte le sue opere, in cui entra indirettamente la sua esperienza personale: Perchè io, perché non tu (2009), Cronaca di un'attesa (2011), Compagna luna (2013), Lascia che il mare entri (2014), La sirena delle cinque (2015), L’ho sempre saputo (2017), Lettera a mio padre (2020). La sua notorietà resterà per sempre legata, però, all'agguato di via Fani.

 

 

 

PER I DIRITTI E LE LIBERTA’ DELLE DONNE

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Ultimo aggiornamento Lunedì 04 Marzo 2024 11:53 Scritto da Sandro Lunedì 04 Marzo 2024 11:51

comunicato sindacale

alle lavoratrici e ai lavoratori

 

L’Unione Sindacale Italiana partecipa alla giornata di sciopero e mobilitazione internazionale dell’8 marzo 2024.

Lo sciopero internazionale per i diritti e le libertà delle donne è iniziato nel 2017, con un appello all’azione delle femministe argentine.

Il loro appello innovativo per uno sciopero mondiale ha creato un precedente che continua fino ad oggi.

Da quel momento in poi, l’8 marzo, le donne si sono potute vedere per le strade di paesi e città di tutto il mondo, manifestando in un vasto movimento che rivendica i diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, l’autodeterminazione, la parità salariale e la lotta contro tutte le discriminazioni.

 

Sempre di più assistiamo, ad attacchi e alla messa in discussione dei diritti che le donne si sono conquistate nel corso degli anni. Ciò è evidente anche nel nostro Paese che è ancora ai primi posti nel mondo per la rilevanza maggiore del lavoro povero e precario, così come per l’invisibile sfruttamento del lavoro di cura, mai riconosciuto per il suo reale valore sociale oltre che economico e scaricato come sempre sulle donne.

 

PER I DIRITTI E LE LIBERTA’ DELLE DONNE

 

PER LA LIBERAZIONE DI TUTTE E TUTTI!

 

USI UNIONE SINDACALE ITALIANA

   

STRAGE DI STATO

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Ultimo aggiornamento Lunedì 04 Marzo 2024 11:56 Scritto da Sandro Mercoledì 21 Febbraio 2024 08:58


 

FIRENZE: STRAGE DI STATO

Di fronte all’ennesima mattanza di lavoratori stiamo assistendo alla solita quaresima con la processione di ministri, deputati, sindacalisti di regime, amministratori e giornalisti che, indossato il saio penitenziale, sciorinano compunti la solita litania sull’inaccettabilità di quella che in realtà non è altro che una strage continua. Quella che colpisce chi esce di casa per guadagnarsi il pane e non vi fa ritorno.

Le leggi non bastano! Ci vuole più formazione! I controlli non ci sono!

Tra qualche giorno, passati i funerali, anche questi morti saranno gabbati.

Chiacchiere vergognose. Perché in questo caso dimostrano come lor signori parlino a vanvera. Infatti nel pluri-omicidio di Firenze, se tutte le norme di prevenzione infortuni fossero state rispettate; se i lavoratori, più o meno regolari, avessero ricevuto una formazione adeguata, quei lavoratori sarebbero morti lo stesso. A Firenze c’è stato un cedimento strutturale che può essere stato causato solo da una di queste tre situazioni: sono stati sbagliati i calcoli – i materiali e/o le relative quantità non rispettavano gli standard dovuti – si è intervenuti sulle strutture prime che le stesse fossero consolidate.

In tutti e tre i casi, al di là dell’individuazione dei responsabili, la causa va ricercata – come sempre, del resto – nella ricerca del profitto di qualcuno spuntato sulla vita dei lavoratori.

È questa la vera causa di questa strage continua. Perché in questo paese la tutela del profitto viene sempre e comunque anteposta a tutto, anche alla vita delle persone.

Per chiarire questo fatto basta vedere il diverso trattamento che c’è tra l’omicidio stradale e l’omicidio sul lavoro. Evidentemente fumo ed alcool sono un’aggravante, mentre il profitto è di fatto assunto come un’attenuante tale da assicurare all’assassino di non vedere mai le mura di un carcere.

Controlli?

Gli ispettori delle ASL e dell’Ispettorato del Lavoro oggi sono molto meno della metà di quelli – già assolutamente insufficienti - che c’erano quindici anni fa.

Subappalti?

Con l’ultimo codice degli appalti hanno scavato il fondo del barile assicurando una saporita mangiatoia in cui grufolano imprese grandi e piccole, amministratori e caporali spolpando gli ultimi, quelli che le opere le realizzano.

Formazione?

Basterebbe sentire i lavoratori per sapere in cosa consistono e come vengono ottenuti gli attestati che gonfiano le tasche dei “corsifici” e del sottobosco che si nasconde all’ombra della formazione.

No. Non c’è nessuna fatalità dietro l’omicidio di un lavoratore ogni otto ore (festivi compresi). C’è una precisa logica ed un chiaro disegno che considera un danno collaterale indispensabile sacrificare la vita delle persone sull’altare del profitto.

E’ una scelta di sistema che ha visto collusi e complici tutti gli attori politici, economici e amministrativi che da decenni su succedono al governo del paese e che sono corresponsabili di questa strage di stato.

U.S.I. C.T.&S.

Unione Sindacale Italiana – Commercio, Turismo e Servizi

U.S.I. C.T.&S.

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